Chiusura NASA, a rischio una missione per Marte
Dopo l'arresto di governo di ieri che ha portato alla quasi totale chiusura della NASA, escluse solamente le operazioni necessarie a garantire la sicurezza dei due astronauti americani sulla Stazione Spaziale Internazionale, anche una sonda pronta a decollare per Marte potrebbe non lasciare la superficie del nostro pianeta. Il lancio è programmato per Novembre, ma gli ingegneri sono seriamente preoccupati, e perdere questa finestra di lancio vorrebbe dire rimandare tutto fino al 2016.
La sonda MAVEN è stata abbandonata nel mezzo delle operazioni di pre-lancio prima del suo decollo da Cape Canaveral, programmato per il 18 Novembre. La finestra si chiuderà ai primi di Dicembre, e l'allineamento planetario tra la Terra e Marte non si ripresenterà prima di altri 26 mesi. [Leggi: Ultimi test per la sonda MAVEN, destinazione Marte]
La situazione attuale non va assolutamente presa sottogamba, ma non è ancora il momento di andare nel panico, ha chiarito il team di MAVEN.
«Siamo ovviamente preoccupati, ma abbiamo un margine sulla nostra tabella di marcia, e il team è totalmente impegnato a decollare in quest'opportunità di lancio», ha spiegato il principal investigator della missione, Bruce Jakosky. «Se ciò dovesse significare fare gli straordinari e lavorare sette giorni alla settimana, lo faremo».
La missione, costata 650 milioni di dollari, aiuterà gli scienziati a capire i meccanismi della sottile atmosfera marziana e a comprenderne l'evoluzione passata. La sonda si trova attualmente in una camera sterile del Kennedy Space Center in Florida.
MAVEN e l'orbiter indiano Mars Orbiter Mission sono le due uniche sonde che hanno un lancio per Marte programmato per i prossimi mesi. Con MAVEN in pericolo di slittare e la missione indiana in grave ritardo, quest'anno potrebbe essere la prima finestra di lancio in cui non inviamo nessuna sonda verso il Pianeta rosso dal 1992. [Leggi: Due nuove sonde pronte a partire per Marte]
«Il team è attualmente impegnato nel processo di verificare che l'hardware sia al sicuro, in uno stato stabile e noto, così da non doverci preoccupare finché è spento, e così che possiamo utilizzarlo una volta riacceso», ha spiegato Jakosky.
Ieri, ironicamente il 55esimo anniversario della NASA, l'agenzia spaziale è stata chiusa per oltre il 97% dal Governo federale statunitense, in un arresto di governo senza precedenti provocato dal mancato accordo tra il Senato e la Camera di Rappresentanti sulla distribuzione e la gestione dei fondi. [Leggi: Disastro nei fondi USA, la NASA chiude]
«In un certo senso, ogni giorno è oro, come ha già detto il nostro project manager», ha proseguito Jakosky. «Se dovesse andare avanti per più di un paio di giorni, incomincerò a preoccuparmi seriamente. Adesso sono preoccupato, ma non nel panico».
Solo 550 dei 18 mila impiegati della NASA stanno continuando a lavorare anche in questi giorni, principalmente per assistere i due astronauti americani impegnati nell'Expedition 37/38 e in alcune missioni interplanetarie che non possono essere abbandonate improvvisamente.
«Gli impiegati sono in un congedo momentaneo; non stanno ricevendo soldi. Ciò disturba le loro vite private, le loro famiglie», conclude Jakosky. «Se dovesse andare avanti a lungo, le persone ne saranno colpite».
© immagini
LASP/NASA/Kim Shiflett
Chiusura NASA, a rischio una missione per Marte
Reviewed by Pietro Capuozzo
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2.10.13
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