2012, in cinque giorni già scoperti 4 nuovi esopianeti

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Ogni anno, gli astronomi scoprono centinaia di nuovi esopianeti, ossia pianeti che orbitano stelle diverse dal nostro Sole. Solamente nel 2011, sono stati confermati ben 716 esopianeti, mentre sono stati rilevati ben 2326 candidati, ossia pianeti la cui presenza è ancora da verificare. E quest'anno non sembra voler essere da meno: in appena cinque giorni, già quattro nuovi esopianeti sono stati osservati dai ricercatori dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.
L'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics opera grazie ad un network di telescopi collegati, appartenenti ad un progetto noto come HATNet. Dal 2006, questo progetto si dedica anche alla ricerca di nuovi mondi alieni, per aiutare gli astronomi a trovare la 'Terra 2.0', ossia il gemello del nostro pianeta.
I quattro esopianeti orbitano quattro diverse stelle: HAT–P 34, 35, 36 e 37. Si tratta di 'hot–Jupiters', una classificazione di esopianeti che raggruppa tutti quelli che possiedono masse simili a quella di Giove ma che orbitano vicinissimi alla loro stella, e dunque possiedono temperature molto più elevate del gigante gassoso del nostro sistema solare esterno. Infatti, i quattro nuovi esopianeti completano un'orbita attorno alla propria stella in, rispettivamente, 5.5, 3.6, 1.3 e 2.8 giorni. I giganti gassosi come questi si formano nelle regioni più esterne dei propri sistemi planetari, e giungono ad orbite molto ristrette per un processo non compreso del tutto noto come 'migrazione'. I pianeti sono stati scoperti con il metodo dei transiti: passando davanti alla loro stella, causano una 'mini–eclisse'  che oscura parte del disco solare, e di conseguenza la stella ci appare meno luminosa. Osservando almeno tre abbassamenti nel livello di luminosità di una stella che si ripetono ad intervalli pressoché regolari, gli astronomi possono confermare la presenza di un esopianeta attorno a quell'astro. Fotografare direttamente gli esopianeti, infatti, è estremamente difficile, in quanto sono lontanissimi e non emettono luce propria. Quest'ultima tecnica è stata usata con successo solo un paio di volte, e il caso forse più famoso è quello dell'esopianeta Fomalhaut b, che è stato anche osservato muoversi lungo la sua orbita dal telescopio spaziale Hubble.
Se il ritrovamento di nuovi esopianeti continuerà a crescere esponenzialmente di anno in anno come ha fatto ultimamente, non dovremo attendere molto perché venga scoperta la cosiddetta 'Terra 2.0'. Chissà, forse potrebbe accadere perfino quest'anno.

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