L'Europa sceglie il suo cacciatore di pianeti, PLATO

PLATO studierà con i suoi 34 telescopi oltre un milione di stelle, alla ricerca di pianeti potenzialmente abitabili. © Thales Alenia
L'Agenzia Spaziale Europea ha selezionato il suo prossimo telescopio spaziale: sarà un cacciatore di pianeti che studierà un milione di stelle, alla ricerca di pianeti potenzialmente abitabili.
Si chiama PLATO e decollerà su un razzo russo Soyuz nel 2024. Il suo potenziale scientifico ha conquistato la giuria europea, che l'ha selezionato su un totale di cinque candidati.
Il telescopio verrà lanciato verso il punto L2, dove studierà due porzioni del cielo stellato per osservare eventuali cali nella luminosità delle stelle: il segnale che qualcosa – forse un pianeta – sta transitando di fronte alla stella, oscurandone parte del disco e rendendola leggermente meno luminosa.
PLATO sarà in grado di studiare con elevata precisione le dimensioni, la massa e la composizione dei pianeti che scoprirà. Inoltre, grazie a un'analisi astrosismologica, indagherà sull'età, le dimensioni e la massa delle stelle madri. 
Gli scienziati si aspettano di scoprire migliaia di nuovi pianeti. PLATO è stato progettato per cercare i pianeti più piccoli, quelli rocciosi, che si trovano all'interno della fascia abitabile del loro sistema – la regione dove l'acqua liquida può formarsi e restare stabile sulla superficie.
«Vogliamo studiare a fondo i pianeti meno massicci nelle zone abitabili, comprendere la loro composizione interna, la loro densità, e l'età del sistema», spiega Stephan Udry dell'Università di Ginevra.
PLATO affiancherà varie missioni simili, come l'European Extremely Large Telescope dell'ESO e il telescopio James Webb della NASA, considerato il successore di Hubble.
A differenza del più famoso cacciatore di pianeti, il telescopio spaziale Kepler, ormai fuori uso in orbita, PLATO studierà per tre anni due regioni del cielo molto vaste. L'occhio robotico di Kepler, invece, è confinato a una stretta porzione di cielo compresa tra le costellazioni della Lira e del Cigno, nella quale si trovano circa 150 mila stelle, contro il milione di PLATO.
«L'idea è quella di osservare due campi molto ampi per un lungo periodo di tempo e coprire quasi metà del cielo», ha proseguito Udry.
Il telescopio sarà composto da 34 diversi occhi robotici, grazie ai quali sarà in grado di osservare sia gli oggetti più luminosi che quelli appena percettibili.
«PLATO inaugurerà un capitolo nuovo nell'esplorazione dei pianeti extrasolari», si legge in un comunicato stampa firmato da Heike Rauer del DLR. «Troveremo pianeti in orbita attorno alle loro stelle nelle zone abitabili: pianeti dove può esistere acqua liquida, e dove la vita come la conosciamo noi può sopravvivere».
PLATO è stato selezionato su altre quattro missioni che avrebbero studiato la gravità, la materia e il tempo e riportato campioni da un asteroide near-Earth. PLATO è stato selezionato da una giuria di esperti e scienziati, che ha premiato il rapporto guadagno scientifico-costo economico del telescopio. La missione costerà in totale 600 milioni di euro, ma potrebbero arrivare ulteriori fondi dalla NASA e da altri enti esterni.
Si tratta della terza missione di classe media selezionata dall'ESA nel suo programma Cosmic Vision per l'esplorazione spaziale del prossimo decennio. PLATO segue la scia della missione Solar Orbiter, una cooperazione tra ESA e NASA che dal 2017 studierà il Sole, e Euclid, un telescopio spaziale che dal 2020 mapperà l'influenza dell'energia oscura sull'evoluzione dell'Universo.
L'ESA ha già selezionato un altro cacciatore di esopianeti, il telescopio CHEOPS, come parte del suo programma Cosmic Vision. CHEOPS sarà una missione minore, ma collaborerà con PLATO, completandone i dati. Un'altra missione che l'ESA sta finanziando è JUICE, una sonda che visiterà le lune ghiacciate di Giove.
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