Scoperti nuovi indizi di vita marziana in un meteorite
All'interno di un meteorite marziano sono stati scoperti tunnel e sfere ricche di carbonio, forse prodotti da antichi batteri. © NASA |
Analizzando un meteorite marziano caduto sulla Terra nell'Età della Pietra, gli scienziati della NASA hanno scoperto quelli che ritengono essere indizi decisivi sull'antica presenza di forme di vita extraterrestri sul Pianeta rosso, milioni di anni fa.
I ricercatori hanno scoperto delle gallerie e delle sfere ricche di carbonio all'interno del meteorite proveniente da Marte. Sulla Terra, simili strutture sono formate da microorganismi che si cibano dei materiali sparsi nella roccia. Queste strutture si sarebbero formate direttamente sulla superficie di Marte, cioè prima che questo pezzo di roccia venisse scagliato nello spazio dall'impatto di un corpo contro il Pianeta rosso.
I ricercatori hanno subito chiarito che non si tratta della prova inconfutabile dell'antica presenza di vita su Marte – anzi, nel loro articolo ufficiale non compare nemmeno la parola vita – ma si tratta comunque dell'ennesimo pezzo del puzzle sul passato di Marte, ormai sempre più completo, che indica a una possibile e passata abitabilità del pianeta, oggi un mondo desertico, freddo e inospitale.
I ricercatori hanno subito chiarito che non si tratta della prova inconfutabile dell'antica presenza di vita su Marte – anzi, nel loro articolo ufficiale non compare nemmeno la parola vita – ma si tratta comunque dell'ennesimo pezzo del puzzle sul passato di Marte, ormai sempre più completo, che indica a una possibile e passata abitabilità del pianeta, oggi un mondo desertico, freddo e inospitale.
«Rafforza ulteriormente il caso a favore di antica vita su Marte, ma, ovviamente, non è in alcun modo una prova», spiega l'esobiologo Dirk Schulze-Makuch della Washington State University.
L'immagine dell'antico Marte che sta emergendo in questi ultimi anni è di un mondo ospitale, dinamico e ricco di acqua, molto diverso ciò dal mondo morto e freddo che vediamo oggi. Un anno fa, il rover Curiosity aveva individuato una volta per tutte le prove della passata abitabilità del pianeta – il che non significa che fosse abitato, ma che potrebbe esserlo stato.
Il meteorite su cui si sono concentrati i ricercatori è conosciuto come Yamato 000593. Questo pezzo di roccia di 14 chilogrammi fu scoperto da una spedizione scientifica giapponese nel 2000 nel ghiacciaio Yamato, in Antartide. Secondo le analisi, si sarebbe formato su Marte 1,3 miliardi di anni fa, e poi, dopo essere stato alterato da un corso d'acqua marziano, sarebbe stato scagliato contro la Terra negli ultimi diecimila anni.
Come spiega Lauren White, lo scienziato della NASA che ha guidato lo studio del meteorite, le analisi si sono concentrate sul determinare se le strutture ricche di carbonio che vediamo oggi si siano formate su Marte oppure se siano una contaminazione di origine terrestre.
«Il vero scopo non era identificare se queste strutture fossero state formate da mezzi biologici oppure no, ma piuttosto scoprire se queste strutture siano davvero marziane», ha spiegato White. «Abbiamo confrontato questo meteorite con un altro meteorite marziano, Nakhla, caduto in Egitto».
Il meteorite Nakhla cadde in Egitto nel 1911. Nel 2006, i ricercatori scoprirono al suo interno dei tunnel di 1,3 miliardi di anni fa, molto simili a tracce di batteri.
Per avere un'ulteriore conferma, gli scienziati hanno studiato un terzo meteorite, LEW87051, scoperto in Antartide nel 1987. L'origine di questo meteorite ancora non è chiara, ma la possibile natura marziana è già stata esclusa grazie alle elevate concentrazioni di isotopi di ossigeno nella roccia.
I risultati sono confortanti: il meteorite LEW87051 non presenta alcuna struttura di carbonio al suo interno, suggerendo che quelle osservate negli altri due meteoriti siano davvero di origini extraterrestri, cioè marziane.
I ricercatori non sono stati in grado di escludere che questi processi possano avere origini biotiche.
«Le similitudini di composizione e struttura con altri campioni terrestri, che sono stati interpretati come biogenici, indicano l'interessante possibilità che queste strutture marziane siano state formate da attività biotiche».
Il nuovo studio è il risultato di anni di analisi e arriva 18 anni dopo il controverso caso del meteorite ALH 84001. Nel 1996, furono scoperti dei batteri all'interno di questo meteorite, e la notizia fece subito il giro del mondo. L'autore di quello studio, David McKay, è deceduto pochi mesi fa.
«La sua scomparsa è stata dolorosa per tutti noi, ma per me il dott. McKay è stata un'ispirazione», ha spiegato White. «Questo studio era la sua vita e la sua eredità, e quando ho parlato al suo funerale, ho parlato del fatto che voglio portare avanti la sua eredità nel campo dell'astrobiologia».
Scoperti nuovi indizi di vita marziana in un meteorite
Reviewed by Pietro Capuozzo
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