Continua l'odissea del primo rover cinese sulla Luna

Una delle poche immagini scattate dal rover Yutu in prossimità della nave madre Chang'e 3. © SASTIND
Continua l'epopea del primo rover cinese a sbarcare sulla Luna. Il robottino, chiamato Yutu, era stato colpito da un grave malfunzionamento mentre si stava addormentando per quella che sarebbe dovuta essere la sua seconda notte lunare. Ora, dopo che Yutu è in parte resuscitato, il Sole sta calando per la terza volta sul robottino, e la situazione ancora è tutt'altro che chiara.
La confusione che avvolge il piccolo rover è in gran parte dovuta agli scarsi, brevi e superficiali comunicati che l'agenzia spaziale cinese ha reso disponibili in queste settimane, spesso non curandosi nemmeno di fornire una traduzione in inglese.
Il Ministero cinese per l'Industria, la Scienza, la Tecnologia e la Difesa Nazionale aveva spiegato che il guasto che aveva colpito il rover il 26 Gennaio era dovuto alle «complicate condizioni della superficie lunare».
Ancora non è stata fornita una spiegazione dettagliata del guasto, e non si sa nemmeno se gli stessi ingegneri cinesi abbiano le idee chiarissime.
Secondo Philip Stooke dell'Università dell'Ontario, in Canada, il guasto si sarebbe verificato quando il pannello solare che si sarebbe dovuto ripiegare sopra l'antenna del rover per tenerla al calore di una sorgente radioattiva non si sarebbe ripiegato correttamente.
Un simile problema avrebbe sicuramente portato alla prematura fine della missione, ma gli ingegneri cinesi sono riusciti in qualche modo a riportare la situazione sotto il loro controllo, e il 12 Febbraio Yutu si è in parte risvegliato, con due giorni di ritardo e dopo false notizie (provenienti da fonti cinesi ufficiali) che lo davano per morto.
Sono passate due settimane da allora, ossia un intero giorno lunare. Durante questo giorno, Yutu ha contattato più volte la Terra.
Come spiega Yong-Chun Zheng dell'Osservatorio Astronomico Nazionale dell'Accademia delle Scienze cinese, il rover non sarebbe più in grado di muoversi. «La struttura di controllo del rover non può funzionare come previsto», spiega Zheng.
«Gli strumenti hanno superato la sfida delle gelide temperature della notte lunare», ha aggiunto il ricercatore. «Il rover è in grado di ricevere segnali dalle stazioni di terra. Abbiamo anche ricevuto dati dal rover».
Secondo Zheng, oltre ad alcuni componenti particolarmente sensibili, gli scienziati sono riusciti a ristabilire gran parte delle abilità del rover.
Yutu dista attualmente un centinaio di metri dalla nave madre Chang'e 3, che l'aveva appoggiato delicatamente sulla superficie lunare a metà Dicembre.
«Le missioni lunari e planetarie non sono facili per nessuna nazione», ha aggiunto Zheng. «Ci danno sempre gioia mista a sorpresa». Zheng ha poi spiegato che il rover è ancora in grado di raccogliere dati ed effettuare nuove scoperte.
Il Ministero, in uno dei suoi brevi comunicati, ha dichiarato che il radar, la fotocamera panoramica e i sistemi fotografici a infrarossi a bordo di Yutu funzionano ancora, secondo una prima analisi.
L'agenzia di stampa Xinhua ha scritto che i problemi meccanici che hanno colpito il rover «restano irrisolti».
Yutu è già entrato in fase di ibernazione forzata il 22 Febbraio, seguito un giorno dopo da Chang'e 3, che nel frattempo aveva condotto osservazioni di oggetti celesti e della plasmasfera terrestre usando il suo telescopio ottico e la sua fotocamera che opera nell'estremo ultravioletto.
Continua l'odissea del primo rover cinese sulla Luna Continua l'odissea del primo rover cinese sulla Luna Reviewed by Pietro Capuozzo on 28.2.14 Rating: 5
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