La Terra si dimentica come parlare a una sonda degli anni '70
Quando la sonda ICE tornerà a farci visita dopo 40 anni, non le risponderemo. Non per maleducazione, ma perché ci siamo dimenticati come si fa. © NASA |
L'esplorazione spaziale è affascinante perché non si tratta di semplici scoperte scientifiche e di ricercatori che davanti agli schermi di decine di computer osservano pagine di numeri scorrere davanti ai loro occhi. È molto di più. È la storia di persone normali, di persone che ogni giorno si chiedono da dove veniamo e dove stiamo andando, di piccoli esploratori robotici che vengono lanciati verso le più profonde infinità dello spazio. Sono storie che ci ispirano e che ci fanno riflettere. Sono storie come quella della sonda ICE, una storia triste ma che ci fa riflettere sul nostro percorso.
Decollata nel 1978 per studiare la magnetosfera terrestre, la sonda ISEE-3 fu riadattata come esploratore interplanetario. Ribattezzata ICE, la sonda entrò in orbita intorno al Sole e studiò due comete, per poi essere spenta nel 1997. Undici anni più tardi, nel 2008, le enormi antenne del Deep Space Network captarono un segnale proveniente da ICE: la sonda è ancora viva, e sta chiamando casa. Fra qualche mese, questo superstite proveniente dall'alba dell'esplorazione spaziale farà visita al pianeta Terra, la sua casa, ma troverà un mondo molto diverso – un mondo talmente diverso che non saprà nemmeno come risponderle.
La sonda ISEE-3, poi ribattezzata ICE, ha studiato la magnetosfera terrestre e due comete. © NASA |
Era il 18 Settembre del 2008, quando Robert Farquhar notò qualcosa di anomalo nei dati raccolti dalle antenne del Deep Space Network, che ascoltano i rumori del cosmo. Quell'anomalia era una sonda del 1978, un pezzo di antiquariato spaziale, che in molti si erano dimenticati. In realtà, la missione di ISEE-3 era stata un enorme successo. La sonda studiò approfonditamente la magnetosfera terrestre e poi, ribattezzata ICE, aveva sfiorato più volte la Luna per farsi spingere in un'orbita attorno al Sole, dalla quale studiò ben due diverse comete. Fu poi abbandonata nel 1997. Gli scienziati furono molto sorpresi di risentire la sua voce che chiamava casa, la voce di dodici strumenti scientifici ancora attivi, dei tredici che furono lanciati nello spazio a bordo di ICE.
Il segnale di ICE fece notizia, poiché la sonda sarebbe tornata qualche anno dopo a fare visita alla sua vera casa, che aveva lasciato decenni prima. Il 10 Agosto 2014, ICE passerà accanto alla Terra, e ci saluterà da vicino.
Noi però non le risponderemo. Non perché siamo maleducati, o perché non vogliamo rendere omaggio a un pezzo storico dei primi decenni di esplorazione spaziale. Il motivo è forse ancor più inquietante.
Non le risponderemo semplicemente perché non ne siamo più capaci. Ci siamo dimenticati come farlo. Spesso non ci accorgiamo a che ritmo le nostre tecnologie si stiano evolvendo. Eppure, è così. Perfino le tecnologie spaziali degli anni '70, presumibilmente le tecnologie più avanzate dell'epoca, sono ormai talmente superate che non sappiamo più come usarle.
La NASA ha analizzato vecchi manuali e documenti per cercare di comunicare con la sonda e dirle di riaccendere i suoi motori, per tornare in orbita attorno alla Terra e non lasciarci mai più.
Lo studio però si è concluso in un fallimento. Siamo in grado di sentire la sua voce, ma non sappiamo più la sua lingua. Ce la siamo dimenticata. E ciò ci deve far riflettere sul nostro percorso e sul nostro futuro.
La Terra si dimentica come parlare a una sonda degli anni '70
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
12.2.14
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