Curiosity raccoglie nuovi indizi sulla colossale perdita di atmosfera marziana

Il rover americano Curiosity, secondo due recenti studi, ha raccolto importanti indizi su come l'atmosfera marziana si sia drasticamente ridotta in seguito a una colossale perdita di massa atmosferica.
Lo strumento SAM ha misurato la distribuzione di vari gas e isotopi - varianti di un elemento chimico con un diverso numero di neutroni - in più campioni dell'atmosfera del Pianeta rosso.


In particolare, lo strumento a bordo del rover marziano ha misurato il rapporto tra isotopi più leggeri e più pesanti del carbonio e dell'ossigeno dell'andride carbonica che occupa gran parte dell'atmosfera di Marte.
Sia gli isotopi pesanti del carbonio che quelli dell'ossigeno risultano oggi arricchiti rispetto all'atmosfera marziana in origine. Ció non solo conferma che in passato è avvenuta una colossale perdita di massa atmosferica, ma potrebbe anche aiutarci a spiegare il perché di questa enorme perdita.
«Perdendo atmosfera, la firma di questo processo venne posta sui rapporti isotopici», spiega Paul Mahaffy della NASA.
La presenza di più isotopi pesanti rispetto a quelli leggeri suggerisce che la perdita sia iniziata negli stati più esterni, dove si trovano in numero maggiore gli isotopi leggeri. Un'interazione fra la superficie e gli strati inferiori dell'atmosfera è quindi da escludere, poiché risulterebbe in una maggiore diffusione degli isotopi leggeri rispetto a quelli pesanti - ossia il contrario di ciò che vediamo oggi.
Altri fattori suggeriscono che Marte avesse un tempo un'atmosfera molto più spessa. Ad esempio, lo stesso rover Curiosity ha raccolto prove decisive della presenza di acqua nel passato di Marte - acqua che non sarebbe potuta esistere con un'atmosfera sottile come quella attuale.
Curiosity ha misurato situazioni simili negli isotopi dell'idrogeno, un altro punto a favore della teoria della colossale perdita di atmosfera.
Simili dati erano già stati riscontrati in precedenza analizzando le bolle di gas all'interno di meteoriti marziani. Questi dati collocavano la perdita di atmosfera nel primo miliardo di anni della storia di Marte, che oggi ha 4,6 miliardi di anni.
Ulteriori informazioni arriveranno dalla sonda statunitense MAVEN, pronta a decollare verso il Pianeta rosso.
«L'attuale ritmo della perdita sarà esattamente ciò che la sonda MAVEN, in partenza a Novembre di quest'anno, è stata progettata per studiare», prosegue Mahaffy.
Questi risultati sono giunti analizzando più approfonditamente i dati che SAM ha raccolto nelle prime 16 settimane del rover su Marte, che sta ora entrando nella sua 50esima settimana.
«Abbiamo ottenuto lo stesso risultato usando due tecniche differenti [spettrometro di massa e spettrometro laser], il che ha aumentato la nostra sicurezza che non ci fosse nessun errore sistematico sotto questi risultati», ha spiegato Chris Webster della NASA. «L'accuratezza di queste nuove misurazioni migliora le nostre conoscenze di base della storia dell'atmosfera».
Il rover, atterrato su Marte quasi un anno fa, ha da poco abbandonato la regione di Glenelg e si sta ora dirigendo verso la sua destinazione finale - le pendici del monte Sharp.
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