Il giorno in cui la Terra sorrise: eccoci visti da Cassini (ma ci vorrà un bel po' per il ritratto finale di Saturno)

È già conosciuto come il «giorno in cui la Terra sorrise», con tanto di pagina ufficiale su Wikipedia. Il 19 Luglio, per la prima volta nella storia, l'umanità ha saputo in anticipo che una sonda in giro per il sistema solare – il satellite Cassini a 1 miliardo e mezzo di chilometri di da noi, attorno a Saturno – avrebbe fotografato il nostro pianeta. Migliaia di persone in giro per il mondo si sono radunate e hanno sorriso e salutato il pianeta con gli anelli.
La versione non processata della porzione che comprende la Terra è già stata pubblicata, ma si tratta solo di una minuscola fetta nell'enorme mosaico finale del sistema di Saturno. La Terra appare come un piccolo ma luminoso puntino, e fa ancora più effetto sapere che in quel momento migliaia di persone stavano guardando nella direzione dell'occhio robotico di Cassini. E, accanto al nostro pianeta, è ben visibile anche la Luna.

La Terra (a destra) vista da Voyager 1 nel 1990.
Si tratta del terzo ritratto del nostro pianeta visto dal sistema solare esterno. Il primo fu realizzato nel 1990 dalla sonda Voyager 1, a una distanza record dal nostro pianeta di 6 miliardi di chilometri.
Un'eclissi di Saturno in cui compare anche la Terra, visibile tra gli anelli a sinistra di Saturno.
La seconda immagine del nostro pianeta visto dal sistema solare esterno fu realizzata proprio da Cassini nel 2006. La Terra è appena visibile tra gli anelli alla sinistra di Saturno.
La simulazione del mosaico del 19 Luglio 2013.
Ci vorranno «probabilmente parecchie settimane» per processare l'intero ritratto di Saturno, come si legge in un recente comunicato stampa della NASA. Nel frattempo, possiamo goderci la simulazione che gli ingegneri hanno realizzato, giusto per sapere cosa aspettarci.
Tra il 19 e il 20 Luglio, un altro occhio robotico è stato puntato verso il nostro pianeta ben sei volte: quello della sonda MESSENGER, attorno a Mercurio. Anche la sua immagine non è ancora stata completata.
Oltre 200 persone salutano Saturno al JET Propulsion Lab a Pasadena, in California.
L'avevamo già fatto nello scorso articolo, ma ci sembra doveroso farlo anche questa volta. Ecco quindi le splendide parole che il grande astronomo Carl Sagan pronunciò vedendo la prima immagine del nostro pianeta, quella di Voyager 1.
Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.
Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora.
Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto
- Carl Sagan, 1934-1996
Il giorno in cui la Terra sorrise: eccoci visti da Cassini (ma ci vorrà un bel po' per il ritratto finale di Saturno) Il giorno in cui la Terra sorrise: eccoci visti da Cassini (ma ci vorrà un bel po' per il ritratto finale di Saturno) Reviewed by Pietro Capuozzo on 21.7.13 Rating: 5
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