IRIS guarda il Sole per la sua prima volta
La stessa regione del Sole vista da SDO (sinistra) e IRIS (destra). |
Il giorno in cui un nuovo telescopio apre per la prima volta il suo occhio robotico è un giorno emozionante che corona anni di duro lavoro e programmazione. C'è forse anche un po' di preoccupazione tra gli ingegneri, ma la gioia è nettamente maggiore. Un giorno simile l'hanno vissuto oggi gli ingegneri del team che controlla la sonda IRIS, lanciata un mese fa e che oggi ha aperto finalmente gli occhi, raccogliendo con un precisione incredibile la luce proveniente da una misteriosa regione nell'atmosfera del nostro Sole: la regione di interfaccia.
«Mentre orbitava attorno alla Terra, lo sportello del telescopio è stato aperto per osservare i misteriosi strati inferiori dell'atmosfera del Sole, e i risultati finora hanno dell'incredibile», si legge in un comunicato stampa della NASA.
«Queste meravigliose immagini di IRIS ci aiuteranno a capire come la bassa atmosfera del Sole forse alimenti una serie di eventi in giro per il Sole», ha spiegato Adriam Daw della NASA. «Ogni volta che guardi qualcosa con una precisione mai vista prima, apri nuove porte alla comprensione».
Le immagini mostrano piccole e sottili strutture filamentose mai viste prima, sottolinenando il grande contrasto in densità e temperatura all'interno di questa regione. Alcune macchie, poi, si accendono e si spengono rapidamente, fornendo indizi su come l'energia sia assorbita e trasportata in tutta la regione.
Capire il comportamento dell'energia in questa regione potrebbe aiutare gli scienziati a capire perché lo strato superiore dell'atmosfera solare, la corona, abbia una temperatura di 1 milione di gradi Kelvin - ossia mille volte più alta di quella della superficie del Sole.
IRIS, che fa parte del programma Small Explorer, è stato lanciato il 27 Giugno dalla Vandenberg Air Force Base a bordo di un aereo dell'Orbital Sciences.
Il telescopio è stato progettato per studiare esclusivamente la regione di interfaccia, una misteriosa regione ancora poco studiata in cui si formano le emissioni ultraviolette che incontrano il nostro pianeta. Questa regione contribuisce inoltre alla formazione del vento solare, che può causare in eventi estremi danni a satelliti, reti elettriche e GPS.
IRIS ha un solo strumento, composto da un telescopio ultravioletto e da uno spettrografo. La luce raccolta viene divisa tra i due componenti: il primo fornisce immagini ad alta risoluzione di una regione grande quanto l'1% dell'intero disco solare alla volta, riuscendo a vedere strutture addirittura più piccole di 200 chilometri; lo spettrografo, invece, è in grado di fornire informazioni su più lunghezze d'onda alla volta, dividendo la luce in più parti e tracciando grafici sulle linee spettrali. Questi grafici possono fornire velocità, temperatura e densità di una data regione – informazioni chiave per comprendere come l'energia e il calore si spostino.
«La qualità delle immagini e degli spettri che stiamo ricevendo da IRIS è incredibile. È proprio quello che speravamo», spiega Alan Title della Lockheed Martin. «C'è ancora molto lavoro da fare per capire ciò che stiamo vedendo, ma la qualità dei dati ci permetterà di farlo».
© immagine
NASA/SDO/IRIS
IRIS guarda il Sole per la sua prima volta
Reviewed by Pietro Capuozzo
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26.7.13
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