La sonda Voyager 1 si raffredda per rimanere attiva fino al 2025

Rappresentazione artistica della sonda Voyager 1, che ha percorso 120 volte la distanza Terra–Sole (© immagine NASA/JPL-Caltech)
La sonda Voyager 1 continuerà a trasmettere dati dai confini del sistema solare fino al 2025. O, almeno, è quanto i tecnici di missione sperano che accada. Per prolungare la vita della sonda – ormai trentacinquenne – hanno infatti deciso di abbassare il consumo di energia. Come? Spegnendo il radiatore che riscaldava lo spettrometro ultravioletto. Lo spettrometro era stato progettato per lavorare a temperature di –35 gradi centigradi, ma 17 anni fa la temperatura è stata abbassata a –56 gradi e, nel 2005, i tecnici hanno avuto la conferma che poteva operare anche a tali temperature. Così hanno deciso di rischiare ancora di più, abbassando la temperatura della sonda a meno di –79°C.
In realtà, la temperatura potrebbe essere ben più bassa, ma il rilevatore termico si ferma, appunto, a meno 79 gradi circa. Con questa rischiosa procedura, si risparmierà energia, che verrà stanziata per gli anni a venire.
Lo spettrometro si è rivelato uno strumento utilissimo durante gli incontri con Giove e Saturno, avvenuti rispettivamente nel 1979 e nell'anno seguente. Da allora, i suoi dati sono analizzati da un team internazionale di astronomi che ha base in Francia.
L'ultimo abbassamento di temperatura eseguito dai tecnici ha tolto completamente il riscaldamento allo spettrometro infrarosso, che si era dimostrato non funzionante già nel 1998.

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