Decifrato l'arcano del «Sole immacolato» - parte 1

Le macchie solari sono zone della superficie del Sole che sono caratterizzate da una temperatura più esigua rispetto alle regioni attigue e da una vigorosa attività magnetica. Sono talmente evidenti che perfino Galileo le riuscì ad osservare nel 1611 con il suo rudimentale telescopio, e alcuni documenti incartapecoriti risalenti ad anni prima già le citano. Tra il 2008 e il 2009, però, si è registrato un atipico fenomeno: in questo lasso di tempo, le macchie solari non si sono quasi mai viste.

A causa di questo insolito evento, l'attività solare è precipitata; gli strati esterni dell'atmosfera terrestre si sono raffreddati e sono collassati; il campo magnetico della nostra stella si è inoltre indebolito, permettendo ad una quantità maggiore di raggi cosmici di uscire dalla sua atmosfera e errare completamente indisturbati nel nostro sistema planetario. E' stato un evento gigantesco, e i fisici e gli eliologi (gli studiosi del Sole) si sono domandati: «dove sono finite tutte le macchie solari?».
Ma ora, grazie ad uno studio divulgato dalla rivista scientifica Nature, siamo in grado di rispondere a questa domanda. 

«Le correnti di plasma all'interno del Sole hanno interferito con la formazione di macchie solari, prolungando il minimo solare» ci spiega Dibyendu Nandi dell'Istituto Indiano per l'Educazione Scientifica e per la Ricerca ubicato a Calcutta, nonché autore dell'articolo comparso sull'edizione di Nature di Marzo. «Le nostre conclusione sono basate su un nuovo modello computerizzato dell'interno del Sole».
Per anni, gli eliologi hanno riconosciuto l'importanza del «Grande Nastro Trasportatore» solare, come sono soliti chiamare simpaticamente il sistema di correnti plasmatiche, consanguinee a quelle acquatiche terrestri. Esse viaggiano sulla superficie solare e, quando arrivano in prossimità dei Poli, rientrano nel Sole, per poi risalire in superficie appena giunte all'equatore. Questi movimenti sono di fatidica importanza nel ciclo solare che si ripete ogni 11 anni. Quando le macchie solari cominciano a scomparire, le correnti superficiali spazzano via i loro resti magnetici, ghermendoli e portandoli a 300 mila chilometri sotto la superficie, dove la dynamo magnetica del Sole amplifica questi campi magnetici in decomposizione. Le macchie solari rianimate riacquisiscono energia e tornano in superficie come un tappo di sughero spinto sott'acqua. Et voilà! Un nuovo ciclo solare è appena cominciato.
E il modello computerizzato elaborato dall'équipe di Nandi sembra aver azzeccato tutti i pronostici, sviluppando correttamente ciascuno dei tre procedimenti che caratterizzano un ciclo stellare - ossia la dynamo magnetica, il nastro trasportatore e la macchie solari rianimate che diventano galleggianti. 
Quindi l'assenza di macchie solari potrebbe essere stata causata appunto dalle correnti plasmatiche. Ma gli scienziati sono contrariati. Piuttosto, preferiscono dire che negli ultimi anni qualcosa è andato storto. Ma cosa?
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