Intervista esclusiva: l'universo di Giovanni Bignami

Uno dei più grandi scienziati e divulgatori italiani, Giovanni Bignami è famoso in tutto il mondo per il suo lavoro scientifico. Dai suoi libri sono nate varie serie televisive di successo. Ha collaborato con Piero Angela e ha presentato la versione italiana della celebre serie Cosmos, in onda su National Geographic Channel. È stato opinionista sull'International Herald Tribune. È stato presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana e ha collaborato a varie missioni della NASA. Attualmente è professore alla IUSS, presidente dell'INAF e del Cospar e membro dell'Accademia dei Lincei.

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Quali sono i corpi del sistema solare che, avendo caratteristiche simili a quelle della Terra, potrebbero ospitare forme di vita?
Riferendoci al sistema solare, dobbiamo tenere conto della fascia di abitabilità intorno al Sole; si chiama fascia di abitabilità la zona attorno una stella qualsiasi – ad esempio il Sole – nella quale ci sono le condizioni termiche che, essenzialmente, permettano la vita. Per la vita come la intendiamo noi c'è bisogno di un intervallo di temperature simile a quello presente sulla Terra. Partendo dal Sole, la fascia di abitabilità comprende la Terra, che si trova in mezzo, Marte ad un'estremità  e Venere all'altra. Sono un po' al limite tutte e due data la loro distanza dal Sole. Ma Venere si è "fregata" da sola, a causa della sua atmosfera mostruosa e della temperatura superficiale di 150 gradi. Marte aveva un'atmosfera probabilmente simile a quella della Terra, ma era troppo piccolo per trattenerla e così si è dissolta. Dato che le condizioni di irraggiamento solare su Marte assomigliano a quelle della Siberia e l'atmosfera è un centesimo di quella terrestre, è molto più difficile che si sviluppino forme di vita significative.
Tra quanti anni verranno scoperte forme di vita extraterrestri? Saranno intelligenti oppure solamente di tipo batterico?
Io penso che quella batterica, ossia forme di vita elementari, si possa scoprire in ogni momento. Fondamentalmente, sono già previste delle missioni su Marte – una americana e una europea –  che potrebbero trovare, grattando e scavando sulla sua superficie, forme di vita batteriche. Questi esseri viventi potrebbero anche essere scoperti su degli asteroidi o su delle comete.  Penso che scoprire tali forme di vita sarebbe la scoperta più importante dell'umanità e penso che possa succedere in breve tempo, anche fra 10 anni.Poi c'è la vita intelligente che – detto fra noi – sarebbe un gran colpo di fortuna scoprire.Infine c'è una terza "forma vivente" che è quella per cui, guardando pianeti lontani – irraggiungibili fisicamente – possiamo trovare nello spettro della luce della stella la firma, ad esempio, della clorofilla. Questa sarebbe la prova – indiretta ma molto valida – della presenza di forme viventi su pianeti lontani.
Considerando che su Marte ci sono tracce di antichi oceani e corsi d'acqua, cosa potrebbe averla fatta scomparire?
Ovviamente il meccanismo dettagliato non lo conosciamo, però – grosso modo – sappiamo che la causa è la scomparsa dell'atmosfera. L'acqua sulla Terra, infatti, rimane liquida perché ha qualcosa sopra (l'atmosfera): come disse Torricelli, l'inventore del barometro, "camminiamo sul fondo di un oceano di aria". L'aria infatti ha un peso – di un chilo per centimetro quadrato – che mantiene l'acqua liquida. L'evaporazione avviene perché le molecole d'acqua "scappano via" e contro questa forza agisce la pressione, che la frena. Una volta scomparsa l'atmosfera, era inevitabile che anche gli oceani sarebbero scomparsi, anche se su scala di qualche miliardo di anni.
Cosa si sa della materia oscura? E dell'energia oscura? Lei cosa ne pensa?
La materia oscura si chiama così perché non emette luce e quindi non si può vedere. Le galassie sono tenute insieme dalla forza gravitazionale – un miracolo della scienza – ma i nostri calcoli, limitandoci alla materia che conosciamo, non permetterebbero alla materia di restare compatta sotto forma di galassie. Quindi, c'è bisogno dell'intervento di "qualcos'altro": la materia oscura. Soltanto immaginando la presenza di questa materia possiamo far stare insieme le galassie. Io sostengo che esista, anche se non è ancora stata identificata chiaramente. L'effetto lente gravitazionale è un'ulteriore prova dell'esistenza della materia oscura. Non sappiamo di cosa sia fatta, ma è facile immaginarla costituita da particelle con una massa e non luminose, come i neutrini, oppure particelle nuove che scopriremo col Cern.Il discorso sull'energia oscura è più complesso, ma essenzialmente è abbastanza simile. Intuitivamente, le galassie si attraggono a vicenda e questo movimento dovrebbe rallentare l'espansione dell'universo, o addirittura farlo collassare. Ma negli ultimi anni si è scoperto che questa espansione sta accelerando, come se ci fosse qualcosa che dall'esterno "tira" l'universo oppure che ci "spinge" dall'interno, e qui le cose si fanno molto meno chiare.
Utilizzando le tecnologie attuali, dove possiamo arrivare?
Con le tecnologie di oggi possiamo arrivare molto lontano. Quella foto di Hubble, che è la più profonda mai ottenuta (indica l'Hubble Deep Field, ndr), rappresenta l'Universo quando aveva appena 600 milioni di anni. Teoricamente, con le radiazioni elettromagnetiche possiamo arrivare a vedere l'universo quando era appena nato e aveva 380 mila anni, ossia un terzo di millesimo della sua età attuale, 13.7 miliardi di anni. In questi primi 380 mila anni, l'universo si espanse a manetta, e in quel piccolo spazio già c'era tutta la materia di oggi, talmente densa che i fotoni non riuscivano ad emergere (ossia era totalmente buio e quindi non vedremmo niente, ndr). In quel momento, la densità e la temperatura diminuirono e l'universo diventò di colpo trasparente e visibile. Quello, in teoria, è il massimo a cui possiamo arrivare, e lo abbiamo già fatto con la radiazione di fondo dei radiotelescopi (che non è precisamente luce visibile).Le prime stelle e le prime galassie nacquero quando l'universo aveva qualche centinaia di milioni di anni. Non le abbiamo ancora viste, ma le vedremo con il prossimo telescopio, il James Webb Space Telescope (con un diametro di 6 metri, ndr), che la Nasa e l'Esa stanno costruendo e che entrerà in orbita fra 4/5 anni.L'interesse dell'astronomia di oggi è osservare le galassie quando erano più giovani della nostra, per studiarne la formazione e l'evoluzione fino agli stadi attuali»
Se venissero scoperte forme di vita extraterrestri, come pensa che reagirebbero le autorità (religiose e politiche) e la gente comune?
Secondo le credenze religiose, Gesù, Maometto eccetera sarebbero arrivati sulla Terra per salvare l'umanità, ma se scoprissimo altre forme viventi extraterrestri si stravolgerebbero i culti. Sarei curioso invece di vedere come reagirebbero le autorità politiche attuali.Nella gente comune c'è chi andrebbe nel panico per gli "alieni cattivi" o altri, come me, che ne sarebbero entusiasti. Il mio nuovo libro («Cosa resta da scoprire», ndr), ad esempio, inizia con la comparsa sulla mia scrivania di un alieno che le sa tutte, e io così ne approfitto per fargli molte domande, ad esempio: "come sono fatti i protoni?", e lui risponde a tutto. Mi piacerebbe molto se accadesse veramente!
Ringraziamo infinitamente Bignami per averci accolto nel suo ufficio al CNR di Milano e per la sua disponibilità, e gli auguriamo tante scoperte negli anni a venire!
Intervista esclusiva: l'universo di Giovanni Bignami Intervista esclusiva: l'universo di Giovanni Bignami Reviewed by Pietro Capuozzo on 2.8.12 Rating: 5
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