Le prime mappe topografiche di Cerere


Sono ormai trascorsi quasi cinque mesi dall'inserimento in orbita della sonda Dawn attorno al pianeta nano Cerere. I dati raccolti durante le prime due campagne di mappatura della superficie hanno rivelato un mondo molto più affascinante del previsto, con possibili geyser ancora attivi oggi.
Le misurazioni altimetriche effettuate da Dawn hanno permesso agli scienziati di costruire una serie di mappe topografiche del pianeta nano. Le mappe rivelano che la differenza di quota tra i fondali dei crateri più profondi e delle vette dei rilievi più elevati è di circa 15 chilometri.

Una mappa altimetrica di Cerere con i nomi ufficiali di alcuni crateri approvati dall'UAI. La mappa va dall'indico (7.5 km di profondità) al rosso (7.5 km di quota). Foto NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA
"I crateri che troviamo su Cerere, in termini di profondità e diametro, sono molto simili a quelli di Dione e Teti, due satelliti ghiacciati di Saturno che hanno dimensioni e densità simili a quelle di Cerere," spiega Paul Schenk del Lunar And Planetary Institute di Houston. "Le strutture sono in accordo con la presenza di una crosta ricca di ghiaccio."
Mentre Dawn continua a calarsi verso la sua prossima orbita scientifica a meno di 1500 km dalla superficie, l'Unione Astronomica Internazionale ha approvato una quindicina di nomi ufficiali per i crateri di Cerere, ispirati a divinità e spiriti di varie culture legati al mondo dell'agricoltura. La lista completa è disponibile qui.
Tra i vari crateri ad aver ricevuto un nome ufficiale c'è Occator, il cratere da impatto largo circa 89 chilometri e profondo 4 che ospita i più evidenti puntini luminosi, avvistati da Dawn già durante la fase di avvicinamento, cioè prima ancora dell'inserimento orbitale.

Il cratere Haulani (in basso a sinistra) fotografato da 4381 km di quota il 6 Giugno a una risoluzione di 1 km/pixel. In alto, una foto in bianco e nero. Al centro, una foto a colori. In basso, una mappa termica. Foto NASA/JPL-Caltech/UCLA/ASI/INAF
Un altro punto di interesse è stato individuato dallo strumento italiano VIR. Si tratta di Haulani, un cratere da impatto largo circa 30 chilometri. Anch'esso ospita quello che sembra essere un deposito di materiale più chiaro, ma un particolare ancor più interessante è che il cratere risulta molto più freddo di tutto il territorio circostante.
Altre località che hanno catturato l'attenzione degli scienziati sono i crateri Dantu, Ezinu, Kerwan e Yalode. I primi due misurano entrambi 120 chilometri di diametro e 5 di profondità, mentre Kerwan e Dantu sono larghi circa il doppio.
"I crateri da impatto Dantu ed Ezinu sono estremamente profondi, mentre bacini da impatto molto più estesi, come Kerwan e Yalode, mostrano una profondità molto meno pronunciata, indicando una mobilità maggiore da parte del ghiaccio con il variare delle dimensioni e dell'età dei crateri," spiega Ralf Jaumann del DLR.
A sud di Occator si trova Urvara, un altro cratere largo all'incirca 160 km e profondo 6. Al suo centro si erge una montagna che sfiora i 3 km di quota.
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