L'incidente mortale di SpaceShipTwo causato da un errore umano


Il National Transportation Safety Board, NTSB, ha reso pubbliche le conclusioni a cui è giunta l'indagine preliminare sull'incidente mortale dello spazioplano SpaceShipTwo. La navicella alata della Virgin Galactic era andata distrutta durante un test il 31 Ottobre 2014, meno di una quindicina di secondi dopo l'accensione del suo motore ibrido. La completa rottura in volo dell'aereo aveva portato al ferimento del pilota Peter Siebold, riuscito in qualche modo a paracadutarsi al suolo attimi prima di perdere i sensi, e all'uccisione del copilota Michael Alsbury.
Secondo la commissione d'inchiesta, l'incidente sarebbe stato causato da un errore del copilota. L'indagine, durata nove mesi, ha individuato l'elevato carico di lavoro, le vibrazioni anomale e la rapida accelerazione come cause secondarie, aggiungendo inoltre che la Scaled Composites, la sussidiaria della Northrop Grumman Corp. responsabile della costruzione della navicella per conto della Virgin Galactic, non è riuscita a individuare con precisione sufficiente le possibili conseguenze di errori umani, fidandosi eccessivamente delle capacità dei suoi piloti.

Michael Alsbury, 39 anni, e Peter Siebold, 43 anni: i due piloti ai comandi di SpaceShipTwo.
La causa, come previsto, sarebbe quindi l'azionamento prematuro del sistema di frenaggio da parte di Alsbury. Tale sistema consiste nel roteare le alette d'estremità di 60 gradi all'insù, sia per stabilizzare il velivolo che per rallentarne la velocità e prepararlo al rientro. Il sistema, ideato da Burt Rutan, è progettato per essere azionato mentre il velivolo viaggia a Mach 1.4, cioè a 1.4 volte la velocità del suolo. A velocità così elevate, le forze aerodinamiche sono sufficienti a tenere il velivolo stabile.
La telemetria e le riprese delle videocamere interne alla cabina indicano però che Alsbury ha azionato il sistema una manciata di secondi dopo l'accensione del motore, cioè all'inizio della scalata suborbitale, mentre il velivolo viaggiava solo a Mach 0.8. Nel giro di pochi istanti, SpaceShipTwo si è trasformata in una pioggia di detriti sul deserto del Mojave.
"Abbiamo determinato come probabile causa dell'incidente il fallimento da parte della Scaled Composites di prendere in considerazione e di proteggersi dalla possibilità che un singolo errore umano potesse risultare in un pericolo catastrofico per il veicolo SpaceShipTwo," ha concluso l'NTSB. "Questo fallimento ha portato all'azionamento prematuro da parte del copilota del sistema di frenaggio come risultato dell'elevata pressione, della sua mole di lavoro senza precedenti e delle vibrazioni del velivolo stesso. Tutto questo ha portato all'estensione delle alette e al conseguente sovraccarico aerodinamico e alla distruzione in volo del veicolo."

I rottami dello spazioplano piovuti dal cielo sul deserto del Mojave.
"La Scaled Composites non ha considerato il fattore umano nella progettazione, nell'analisi dei pericoli, nelle procedure operative o nell'addestramento per SpaceShipTwo," ha aggiunto Catherine Wilson dell'NSTB. "Durante la progettazione di SpaceShipTwo, la Scaled Composites non ha considerato la possibilità che un pilota azionasse il sistema di frenaggio prima di Mach 1.4, e di conseguenza non ha progettato dei dispositivi di sicurezza per evitare un simile disastro."
L'NTSB ha avuto parole dure anche per la Federal Aviation Administration, la FAA, accusandola di aver dato alla Scaled Composited un'esenzione "ingiustificata" dallo svolgere alcune analisi obbligatorie dei pericoli dei voli sperimentali.
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