Nuove informazioni sul clima estremo di Urano
Questo qui sopra è Urano, visto dalla sonda Voyager 2. Il suo colore celeste, quasi bianco-ghiaccio, dà un'idea di qualcosa di vellutato, di soffice, neanche fosse un cuscino. Un posto tranquillo dove vivere, senz'altro – direte voi. La realtà è leggermente diversa: l'atmosfera è spessa e irrequieta, i venti soffiano a 900 chilometri orari, massicce tempeste grandi come interi continenti nascono come funghi, i termometri segnano quasi sempre attorno ai -220 gradi centigradi. Un inferno di ghiaccio, insomma, i cui fenomeni atmosferici ora conosciamo ancora meglio grazie a nuove immagini infrarosse ad alta risoluzione ottenute dal telescopio hawaiiano Keck.
«La mia prima reazione a queste immagini è stata "wow", mentre la mia seconda reazione è stata "WOW"» ha commentato Heidi Hammel. «Queste immagini rivelano un profilo incredibilmente complesso dell'atmosfera di Urano. Sapevamo che il pianeta era attivo, ma non credevamo così tanto». Dimenticatevi il soffice cuscino planetario, quindi.
«Alcuni di questi sistemi meteorologici restano fissi a certe latitudini mentre vengono sottoposti a grandi variazioni dell'attività» ha commentato Larry Sromovsky dell'Università del Wisconsin-Madison. «Altri sono stati osservati mentre si precipitavano via dall'equatore del pianeta ed erano sottoposti a enormi variazioni nelle dimensioni e nella forma. La chiave per risolvere i loro misteri è misurare più accuratamente i campi di vento attorno a questi enormi sistemi meteorologici».
Il team guidato da Sromovsky e Hammel ha usato delle nuove tecniche per le lunghezze d'onda dell'infrarosso. Il risultato? Come ci spiega Sromovsky, «le immagini più dettagliate di Urano mai ottenute da uno strumento su un qualsiasi osservatorio. Nessun altro telescopio potrebbe neanche avvicinarsi a tali risultati».
Il team ha inoltre scoperto dei piccoli ma ampiamente distribuiti fenomeni atmosferici. Si spera che questi dati aiutino gli scienziati a capire gli strani movimenti del vento, molti dei quali regolari e costanti nel tempo.
Gli scienziati hanno subito notato una striscia ovale di nubi poco sotto l'equatore, mentre le regioni polari boreali apparivano costellate di piccoli fenomeni convettivi. Questi fenomeni non sono ancora stati riscontrati nelle regioni australi, ma assomigliano molto ad alcune nubi a forma di popcorn osservate su Saturno – dove, meno di un anno fa, era stata osservata una tempesta incredibile. Attualmente, il polo nord di Urano non è visibile dal nostro pianeta, ma gli scienziati credono che vi scopriranno un "vortice" simile a quello del polo sud di Saturno o a quello di Titano.
Gli scienziati sono certi che la causa di tutti questi fenomeni sia l'energia solare, dato che non è ancora stata rilevata nessun'altra fonte di energia interna al pianeta.
«Eppure, laggiù il Sole è 900 volte più debole rispetto a qui sulla Terra, dato che è 30 volte più lontano da esso, quindi non c'è la stessa intensità di energia solare» ha commentato Sromovsky. «Quindi l'atmosfera di Urano deve operare come una macchina molto efficiente, con pochissime perdite di energia. Eppure, le variazioni meteorologiche sembrerebbero essere contro questo principio fondamentale».
Una possibile spiegazione è che il metano sia spinto verso il polo nord da un "nastro trasportare" atmosferico e che qui si innalzi dando vita al fenomeno convettivo che osserviamo nelle nuove immagini. Secondo il team, questo fenomeno potrebbe essere stagionale, ma bisogna ancora creare una mappa dettagliata delle varie caratteristiche a seconda del periodo dell'anno.
«Urano sta cambiando» continua Sromovsky, «e siamo sicuri che sta succedendo qualcosa nelle due regioni polari». Ma cosa?
Nuove informazioni sul clima estremo di Urano
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
20.10.12
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