Una macchina per il sequenziamento del DNA su Marte
Gli scienziati immaginano da tempo una missione che raccolga campioni marziani e che li riporti sul nostro pianeta. Ciò significherebbe analizzarli con una precisione impossibile da raggiungere direttamente sul Pianeta rosso. Potremmo capire una volta per tutte se nel passato di Marte ci siano mai stati ambienti potenzialmente abitabili, e potremmo anche trovare prove dirette di forme di vita ormai estinte. Ma una missione così, come disse un po' di tempo fa Steve Squyres delle missioni MER, è «dannatamente difficile».
Dimenticatevi lander, sessioni di raccolta di campioni, laboratori interni e un ritorno sulla Terra: questo è ciò che suggerisce Jonathan Rothberg, fondatore della compagnia di sequenziamento genetico Ion Torrent. Secondo Rothberg, basterebbe inviare una macchina in grado di eseguire un sequenziamento genetico automatico sulla superficie Marte, e il gioco sarebbe fatto.
J. Craig Venter ha avuto un'idea simile, ossia quella di costruire una sequenziatore genetico in grado di inviare i dati raccolti del DNA al nostro pianeta. «Ci saranno forme di vita là» ha commentato Venter, «e noi cercheremo i genomi extraterrestri».
«Una delle ragioni di portare un apparecchio fino a Marte e poi non riportare indietro i campioni è la contaminazione. Nessuno ti crederebbe» ha commentato Tessi Kanavarioti, un chimico che ha lavorato ai primi studi sulla biologia marziana.
Venter ha poi affermato che alcuni ricercatori hanno già iniziato ad eseguire dei test in un ambiente simile a quello marziano, quello del deserto del Mojave. Il loro obiettivo è quello di dimostrare di essere in grado di sviluppare un apparecchio in grado di isolare autonomamente i microbi dal suolo, eseguire il sequenziamento del loro DNA e poi trasmettere i dati ad un computer esterno, richiesto in una missione senza equipaggio. Heather Kowalski, portavoce di Venter, ha confermato l'esistenza del progetto ma ha commentato che «non è ancora al 100% robotico».
Rothberg spera di poter partecipare ad un progetto chiamato SET-G dell'università di Harvard e del MIT finanziato dalla NASA. Attualmente, alcuni ricercatori proprio del MIT – tra cui Cristopher Carr – stanno cercando di ridurre il peso della macchina di Rothberg da 30 chili a soli tre chili in modo da poter essere trasportata su un rover. Inoltre, i ricercatori stanno valutando le sue capacità di resistere alle intense radiazioni che incontrerà lungo il viaggio inteplanetario.
Cercare DNA su Marte non sarà facile: il rover dovrà raccogliere campioni di suolo e prepararli autonomamente, senza istruzioni dagli ingegneri di missione. La macchina di sequenziamento entrerebbe poi in campo, operando a temperature molto basse e in un'atmosfera molto rarefatta composta quasi esclusivamente da anidride carbonica. Inoltre, i geni marziani potrebbero essere composti da mattoncini fondamentali diversi da quelli degli animali terrestri.
«La macchina funzionerà solo se la struttura fondamentale del DNA marziano sarà esattamente identica a quelle terrestri» ha commentato Steven Benner, presidente della Foundation for Applied Molecular Evolution. «E' molto improbabile che il DNA terrestre sia l'unica struttura in grado di evolversi secondo le teorie di Darwin».
Inoltre, le molecole di DNA non durano a lungo: bisogna quindi sperare che ci siano micro organismi estintisi da pochissimo oppure, addirittura, ancora vivi. «L'attuale approccio della NASA è cercare forme di vita passate. Molte persone si trattengono dal parlare di forme di vita ancora viventi» ha commentato Carr. «Stiamo sporgendo le nostre teste in avanti troppo poco, ma noi vogliamo fare quel salto».
Secondo molti studiosi, sarebbe più facile trovare forme di vita (passate o presenti) nelle viscere di Marte, ma raccogliere tali molecole è naturalmente impensabile con le tecnologie attuali. «E' un esperimento ad alto rischio, ma potrebbe ridarci molto di più» continua Carr.
Non sarà facile, questo l'abbiamo capito. Eppure, i risultati sarebbero enormi: potremmo capire se la vita si è evoluta come qui sulla Terra oppure in maniere diverse, e perfino se c'è mai stata qualsiasi forma di interazione tra gli esseri viventi qui sulla Terra e quelli su Marte. Durante un periodo di intenso bombardamento asteroidale avvenuto 4 miliardi di anni fa, infatti, i due pianeti si sono scambiati circa un miliardo di tonnellate di roccia e polvere.
Dimenticatevi lander, sessioni di raccolta di campioni, laboratori interni e un ritorno sulla Terra: questo è ciò che suggerisce Jonathan Rothberg, fondatore della compagnia di sequenziamento genetico Ion Torrent. Secondo Rothberg, basterebbe inviare una macchina in grado di eseguire un sequenziamento genetico automatico sulla superficie Marte, e il gioco sarebbe fatto.
J. Craig Venter ha avuto un'idea simile, ossia quella di costruire una sequenziatore genetico in grado di inviare i dati raccolti del DNA al nostro pianeta. «Ci saranno forme di vita là» ha commentato Venter, «e noi cercheremo i genomi extraterrestri».
«Una delle ragioni di portare un apparecchio fino a Marte e poi non riportare indietro i campioni è la contaminazione. Nessuno ti crederebbe» ha commentato Tessi Kanavarioti, un chimico che ha lavorato ai primi studi sulla biologia marziana.
Venter ha poi affermato che alcuni ricercatori hanno già iniziato ad eseguire dei test in un ambiente simile a quello marziano, quello del deserto del Mojave. Il loro obiettivo è quello di dimostrare di essere in grado di sviluppare un apparecchio in grado di isolare autonomamente i microbi dal suolo, eseguire il sequenziamento del loro DNA e poi trasmettere i dati ad un computer esterno, richiesto in una missione senza equipaggio. Heather Kowalski, portavoce di Venter, ha confermato l'esistenza del progetto ma ha commentato che «non è ancora al 100% robotico».
Rothberg spera di poter partecipare ad un progetto chiamato SET-G dell'università di Harvard e del MIT finanziato dalla NASA. Attualmente, alcuni ricercatori proprio del MIT – tra cui Cristopher Carr – stanno cercando di ridurre il peso della macchina di Rothberg da 30 chili a soli tre chili in modo da poter essere trasportata su un rover. Inoltre, i ricercatori stanno valutando le sue capacità di resistere alle intense radiazioni che incontrerà lungo il viaggio inteplanetario.
Cercare DNA su Marte non sarà facile: il rover dovrà raccogliere campioni di suolo e prepararli autonomamente, senza istruzioni dagli ingegneri di missione. La macchina di sequenziamento entrerebbe poi in campo, operando a temperature molto basse e in un'atmosfera molto rarefatta composta quasi esclusivamente da anidride carbonica. Inoltre, i geni marziani potrebbero essere composti da mattoncini fondamentali diversi da quelli degli animali terrestri.
«La macchina funzionerà solo se la struttura fondamentale del DNA marziano sarà esattamente identica a quelle terrestri» ha commentato Steven Benner, presidente della Foundation for Applied Molecular Evolution. «E' molto improbabile che il DNA terrestre sia l'unica struttura in grado di evolversi secondo le teorie di Darwin».
Inoltre, le molecole di DNA non durano a lungo: bisogna quindi sperare che ci siano micro organismi estintisi da pochissimo oppure, addirittura, ancora vivi. «L'attuale approccio della NASA è cercare forme di vita passate. Molte persone si trattengono dal parlare di forme di vita ancora viventi» ha commentato Carr. «Stiamo sporgendo le nostre teste in avanti troppo poco, ma noi vogliamo fare quel salto».
Secondo molti studiosi, sarebbe più facile trovare forme di vita (passate o presenti) nelle viscere di Marte, ma raccogliere tali molecole è naturalmente impensabile con le tecnologie attuali. «E' un esperimento ad alto rischio, ma potrebbe ridarci molto di più» continua Carr.
Non sarà facile, questo l'abbiamo capito. Eppure, i risultati sarebbero enormi: potremmo capire se la vita si è evoluta come qui sulla Terra oppure in maniere diverse, e perfino se c'è mai stata qualsiasi forma di interazione tra gli esseri viventi qui sulla Terra e quelli su Marte. Durante un periodo di intenso bombardamento asteroidale avvenuto 4 miliardi di anni fa, infatti, i due pianeti si sono scambiati circa un miliardo di tonnellate di roccia e polvere.
Una macchina per il sequenziamento del DNA su Marte
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
19.10.12
Rating: