La meridiana a bordo di Curiosity, tra storie di speranza e fiducia nel futuro ed errori di traduzione
Curiosity è uno degli "ammassi di cavi e strumenti" più tecnologicamente avanzati mai costruiti dalla nostra specie. Nonostante ciò, non ogni suo componente è proprio nuovo: sul ponte del rover, infatti, gli ingegneri hanno dedicato un piccolo spazio ad una meridiana in miniatura. In realtà, la meridiana può rivelarsi molto utile, sia a determinare la posizione del Sole che la stagione, proprio come sulla Terra. Inoltre, è stata usata per calibrare i colori della fotocamera Mastcam e porta anche alcuni messaggi, un po' come le placche e i dischi a bordo delle sonde Pioneer e Voyager.
Sulla meridiana vera e propria non c'è niente di particolare interesse, oltre alle scritte «Marte 2012» e «Su Marte, Per Esplorare» incastonate in uno stretto anello che racchiude le orbite dei quattro pianeti più interni, e la parola «Marte» in sedici lingue (pare che la traduzione in coreano sia errata, dato che significherebbe «Marte» riferito al dio della guerra e non al pianeta, che evidentemente hanno due nomi diversi in coreano).
La parte più interessante della meridiana creata dagli artisti Jon Lomberg e Jim Bell è senza dubbio il bordo, dove – accanto ad alcune vignette – è raccontata una storia di speranza e fiducia nel futuro, ma anche guardando al passato.
Nella prima vignetta, è visibile un'immagine del dio Marte e il simbolo del pianeta che percorre la sua orbita vista dalla Terra (il moto retrogrado) e che termina con l'immagine di un'impronta umana. La scritta dice: «Per millenni, Marte ha stimolato la nostra immaginazione. All'inizio, pensavamo che Marte fosse una stella vagante rossiccia, un portatore di guerra dalla dimora degli dei».
«Nei secoli più recenti, i cambiamenti di Marte visti dai telescopi ci fecero pensare che avesse un clima come quello della Terra» continua il messaggio sulla seconda vignetta, accanto alle immagini di un telescopio posto su una vetta che guarda verso Marte. Nella figura a destra il Pianeta rosso è rappresentato con i canali che un tempo si pensava ne attraversassero la superficie.
«La nostra prima era spaziale ci mostrò solo un corpo pieno di crateri e simile alla Luna, ma missioni successive ci mostrarono che un tempo Marte aveva immense riserve d'acqua liquida» è la scritta che compare sulla terza vignetta, accanto alle immagini della superficie marziana costellata di crateri. Si intravedono alcune sonde, tra cui quella che sembra essere un orbiter Mariner (probabilmente il 4) e alcuni lander, forse uno dei due Viking e Spirit, oltre ad altre impronte umane che indicano l'ordine in cui leggere le vignette (c'è ne una nella prima, due nella seconda, tre nella terza e quattro nella quarta).
La quarta e ultima vignetta reca la scritta: «In tutto questo, ci siamo chiesti: c'è mai stata vita su Marte? A quelli che percorreranno i prossimi passi per scoprirlo, auguriamo un viaggio sicuro e la gioia della scoperta».
La meridiana a bordo di Curiosity, tra storie di speranza e fiducia nel futuro ed errori di traduzione
Reviewed by Pietro Capuozzo
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21.8.12
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