Eta Carinae, un replay di un'esplosione cosmica avvenuta 170 anni fa

© immagine NASA, ESA, Z. Levay (STScI),  NASA, NOAO, A. Rest (Space Telescope Science Institute)
Eta Carinae era una comunissima stella di quarta magnitudine, una delle tante deboli sorgenti luminose visibili nella costellazione della Carena. Ma nel 1837 fu registrato un incredibile aumento di luminosità, che portò l'ipergigante blu ai livelli di Sirio, la stella tutt'oggi più luminosa del cielo notturno. Questo picco di luminosità noto come 'Grande Eruzione' durò fino al 1858, ma purtroppo i dati scientifici al riguardo sono molto limitati. Per nostra fortuna, tutto sta accadendo daccapo.
Parte della luce emessa durante questo incredibile processo non ha raggiunto subito la Terra, imboccando una 'allungatoia' che le ha permesso di giungere ai nostri occhi solo ora. Questo fenomeno è noto come 'eco luminosa' *, e ha luogo quando la luce prodotta da un'esplosione cosmica rimbalza contro nubi di gas e polveri interstellari che ne modificano considerevolmente la traiettoria.
Ma questa volta non ci faremo trovare impreparati: gli astronomi stanno già analizzando i dati raccolti, che ci permetteranno di perfezionare i modelli teorici computerizzati di queste esplosioni stellari.
«Quando l'esplosione fu vista sulla Terra 170 anni fa, non c'erano telecamere in grado di registrare l'evento» ha commentato Armin Rest dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, Maryland, e capo del team che ha scoperto l'eco. «Tutto quello che sapevamo finora sull'esplosione di Eta Carinae era basato su osservazioni ad occhio nudo. Le osservazioni moderne con veri e propri strumenti scientifici sono state fatte anni dopo che l'eruzione è realmente avvenuta».
«Sei allo stadio, stai guardando la partita, e la tua squadra fa gol. Ma sei troppo lontano per cogliere i dettagli dell’azione. O, nel caso della grande eruzione di Eta Carinae, non hai a disposizione i moderni strumenti per studiarla, come rivelatori e spettrografi. Ebbene, ora stiamo assistendo a un replay – un primo piano dell’eruzione cosmica ricco di dettagli. E proprio come in un replay, riusciamo anche a osservare l’esplosione da un nuovo punto di vista, perché la luce che vediamo oggi viaggiava in origine in direzione diversa rispetto quella vista nel 1840» ha commentato Federica Bianco dell'Università della California di Santa Cruz.
Eta Carinae è probabilmente un sistema binario, in cui una delle due stelle è la seconda più massiccia dell'intera galassia e la sesta più luminosa (anche se nel 1843 divenne la prima). Ubicato a 7500 anni luce, il sistema è altamente instabile e variabile, anche se la 'Grande Eruzione' – in cui furono espulse la bellezza di 20 masse solari – è stato il più grande fenomeno registrato finora.
Data la sua relativa vicinanza, gli astronomi hanno usato vari occhi robotici per studiare l'eco luminosa, tra cui quello di Hubble e la spettroscopia. Si tratta della prima volta che questa tecnica d'osservazione viene usata per documentare l'eco luminosa prodotta da una stella.
Dai primi dati raccolti è emerso che il materiale espulso dalle regioni centrali di Eta Carinae possiede temperature di appena 5 mila gradi Kelvin. Si tratta di temperature ben minori rispetto agli altri astri instabili finora osservati. «Questa stella sembra davvero un tipo strano» ha commentato Rest. «Ora dobbiamo tornare indietro ai modelli e vedere cosa dev'essere cambiato per produrre realmente quello che stiamo misurando».
La scoperta dell'eco è arrivata confrontando immagini del 2011, del 2010 e del 2003 del Cerro Tolo Inter–American Observatory (CTIO), in Cile. Le immagini testimoniavano una realtà incredibile: raggi luminosi prodotti 170 anni fa che si facevano strada impetuosi tra le nubi di gas attorno al sistema binario. «Saltai su e giù quando vidi l'eco» ha commentato Rest. «Non mi aspettavo di vedere l'eco luminosa di Eta Carinae, perché l'eruzione era molto più debole di una supernova. Se fosse stato del materiale in movimento, avremmo dovuto aspettare decenni di osservazioni. Invece, abbiamo visto il movimento nell'arco di un anno».
Il team ha usato ulteriori osservazioni con i telescopi Magellan e Du Pont del Carnegie Institution. Le osservazioni dei due telescopi hanno stabilito che il materiale espulso si sta muovendo a circa 700 mila chilometri orari, in linea con i modelli teorici.
Per ulteriori conferme, il team ha confrontato alcuni schizzi del 1843 con le osservazioni del telescopio Faulkes del Las Cumbres Observatory Global Telescope Network a Siding Spring, in Australia. I dati combaciavano perfettamente.
«Dovremmo vedere un ulteriore aumento di luminosità entro sei mesi, come quello visto nel 1844. Speriamo di catturare la luce dell'esplosione da diverse direzioni, in modo da ottenere un quadro completo dell'accaduto» ha commentato Rest.

*: la parola 'eco' è femminile, per cui si dice un'eco luminosa.

Fonti
HubbleSite
ScienceDaily
INAF
Eta Carinae, un replay di un'esplosione cosmica avvenuta 170 anni fa Eta Carinae, un replay di un'esplosione cosmica avvenuta 170 anni fa Reviewed by Unknown on 18.2.12 Rating: 5
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