Un test importantissimo per capire se la Russia è uscita dalla crisi spaziale oppure no
Il lanciatore Proton–M si avvicina alla rampa di lancio del Cosmodromo di Baikonour, dalla quale decollerà il 28 Gennaio. |
Dimenticata l'odissea della sonda Phobos–Grunt conclusasi pochi giorni fa, la Russia potrebbe essere uscita dalla crisi spaziale che l'ha investita negli ultimi mesi. Per capirlo, è giunto il momento di un importantissimo test: un razzo vettore Proton–M con a bordo un satellite olandese SES–4 (NSS–14) è pronto a partire sulla rampa di lancia del Cosmodromo di Baikonour. Nel frattempo, una buona notizia alleggerisce la tensione ai vertitici della Roscosmos, l'ente spaziale russo: l'immissione con successo nell'orbita terrestre di un microsatellite sviluppato proprio dalla Roscosmos.
Il suo lancio del razzo Proton era stato inizialmente pianificato per il 26 Dicembre, ma poche ore prima del decollo alcuni problemi tecnici riscontrati nello stadio superiore durante gli ultimi test funzionali hanno costretto i tecnici di missione a rimandare il lancio a non oltre il 28 Gennaio. Questo ritardo è forse stato condizionato anche dalla pressione alla quale erano sottoposti i vertici della Roscosmos: appena tre giorni prima – il 23 Dicembre 2011 – un razzo Soyuz–2 con a bordo un satellite Meridian si era schiantato al suolo. Si trattava del quarto incidente da Agosto 2011 per l'ente spaziale russo, preceduto dai fallimenti delle missioni Progress–44, Phobos–Grunt e dei tre satelliti Glonass.
Il suo lancio del razzo Proton era stato inizialmente pianificato per il 26 Dicembre, ma poche ore prima del decollo alcuni problemi tecnici riscontrati nello stadio superiore durante gli ultimi test funzionali hanno costretto i tecnici di missione a rimandare il lancio a non oltre il 28 Gennaio. Questo ritardo è forse stato condizionato anche dalla pressione alla quale erano sottoposti i vertici della Roscosmos: appena tre giorni prima – il 23 Dicembre 2011 – un razzo Soyuz–2 con a bordo un satellite Meridian si era schiantato al suolo. Si trattava del quarto incidente da Agosto 2011 per l'ente spaziale russo, preceduto dai fallimenti delle missioni Progress–44, Phobos–Grunt e dei tre satelliti Glonass.
SES–4 – un satellite di ben 5.8 tonnellate – agevolerà le comunicazioni fra Europa, Medio Oriente, Africa Occidentale, America Centrale e America Settentrionale. E' stato costruito dall'agenzia statunitense Space Systems/Loral per la compagnia olandese SES World Skies. Si tratta del più grande satellite dell'intero progetto SES, e la sua vita operativa dovrebbe durare circa 15 anni.
Nel frattempo, un satellite russo Chibis (Peewit) è stato immesso con successo nell'orbita terrestre dalla Stazione Spaziale Internazionale, che aveva raggiunto il 2 Novembre 2011 a bordo della missione Progress M–13M. Questo satellite di soli 40 chilogrammi – di cui il 30% circa (12 kg) è composto da equipaggiamento scientifico – studierà le radiazioni di raggi-gamma che hanno origine nei fulmini atmosferici.
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Un test importantissimo per capire se la Russia è uscita dalla crisi spaziale oppure no
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
25.1.12
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