Grandi sorprese dai confini del sistema solare
Le sonde americane Voyager, decollate il 20 Agosto e il 5 Settembre 1977 dal Kennedy Space Center, ubicato in Florida, ancora oggi stanno solcando le zone più remote del sistema solare, trovandosi a più di 95 UA dal Sole (ossia 95 volte la distanza Terra–Sole). E, secondo quanto asseriscono gli scienziati che gestiscono la missione, le due sonde hanno effettuato una scoperta assai importante: è pieno di bolle là fuori.
Secondo alcuni recenti modelli computerizzati, le bolle sono di mastodontiche dimensioni, con un diametro pari ad approssimativamente 160 milioni di chilometri, vale a dire che le sonde ne attraverserebbero una in qualche settimana. Le sonde avrebbero fatto il loro ingresso in questa zona piena di bolle dopo aver superato il «termination shock» attorno agli anni 2007-2008. Il termination shock è la zona dell'eliosfera nella quale il campo magnetico del Sole scompare del tutto, in quanto il vento solare rallenta fino a raggiungere velocità subsoniche a causa dell'attrito provocato dal mezzo interstellare. All'inizio i ricercatori non capivano i dati delle sonde – ma ora si sono fatti un'idea più dettagliata.
Secondo alcuni recenti modelli computerizzati, le bolle sono di mastodontiche dimensioni, con un diametro pari ad approssimativamente 160 milioni di chilometri, vale a dire che le sonde ne attraverserebbero una in qualche settimana. Le sonde avrebbero fatto il loro ingresso in questa zona piena di bolle dopo aver superato il «termination shock» attorno agli anni 2007-2008. Il termination shock è la zona dell'eliosfera nella quale il campo magnetico del Sole scompare del tutto, in quanto il vento solare rallenta fino a raggiungere velocità subsoniche a causa dell'attrito provocato dal mezzo interstellare. All'inizio i ricercatori non capivano i dati delle sonde – ma ora si sono fatti un'idea più dettagliata.
«Il campo magnetico del Sole si estende fino ai confini del sistema solare» ha commentato il prof. Merav Opher del Jet Propulsion Lab di Pasadena, California. «Dato che il Sole ruota [su sé stesso], il suo campo magnetico diventa contorto, attorcigliato e grinzoso, come il tutù delle ballerine» ha continuato con questo insolito ma ugualmente efficace paragone il prof. Opher.
Quando un campo magnetico si ritorce su sé stesso come un questo caso, possono accadere avvenimenti alquanto interessanti. Linee di forze magnetiche si incrociano per poi «riconnettersi». Le pieghe più sottili si riorganizzano, a volte in modo esplosivo, dando vita a queste «spumeggianti» bolle.
«Non ci saremmo mai aspettati di trovare queste bolle al confine del sistema solare, ma eccole qua!» ha commentato il fisico dell'Università di Maryland Jim Drake.
Gli scienziati degli anni '50, procedendo per illazioni, avevano effigiato un sistema solare esterno ben diverso: il confine del campo magnetico avrebbe dovuto arcuarsi in graziosi semicerchi, eventualmente tornando indietro in direzione del Sole.
In questo coacervo di dati confusi e ipotesi diverse nel quale la realtà potrebbe ancora essere lontana, l'unica cosa che possiamo affermare con certezza è la seguente: queste zone remote continueranno a stupirci.
Grandi sorprese dai confini del sistema solare
Reviewed by Pietro Capuozzo
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