Buchi neri supermassicci nell'Universo primordiale di Chandra

Alcune recenti immagini a raggi–X del telescopio spaziale Chandra hanno permesso agli scienziati di effettuare una scoperta molto importante. Le immagini, che effigiano l'Universo ancora giovane, testimoniano infatti che buchi neri massicci erano molto comuni all'epoca. I buchi neri infatti si evolvevano molto più di quanto previsto dalle teorie antecedenti, stando quindi al passo con l'incredibile ritmo di espansione delle galassie che li ospitavano.
Puntando Chandra verso la stessa zona di cielo per più di sei settimana, gli astronomi hanno ottenuto il «Chandra Deep Field South» (CDFS), corrispondente all'Hubble Deep Field, ossia l'immagine più profonda di una lunghezza d'onda. Grazie anche appunto ad alcune immagini di Hubble all'infrarosso, gli scienziati hanno potuto cercare buchi neri in più di 200 galassie dell'Universo di circa 13 miliardi di anni fa. 
«Fino ad ora, non avevamo la minima idea di quello che questi buchi neri facessero nelle galassie primordiali, non sapevamo neanche che esistessero» ha commentato Ezequiel Treister dell'Università di Hawaii, autore precipuo dell'articolo comparso sul giornale scientifico Nature. 
L'incredibile crescita implica che i buchi neri nel CDFS erano versioni «meno estreme» dei quasar – oggetti rari e molto luminosi, potenziati dal materiale che veniva attratto da buchi neri supermassicci. Tuttavia, le sorgenti nel CDSF sono cento volte meno sfolgoranti e i buchi neri sono circa cento volte meno massicci di quelli nei quasar.
Buchi neri supermassicci nell'Universo primordiale di Chandra Buchi neri supermassicci nell'Universo primordiale di Chandra Reviewed by Pietro Capuozzo on 16.6.11 Rating: 5
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