Akatsuki incomincia a rivelare i segreti di Venere


La sonda giapponese Akatsuki sta per iniziare la sua campagna scientifica in orbita attorno a Venere. Il satellite ha raggiunto il pianeta infernale a Dicembre, cinque anni dopo aver mancato il primo tentativo di inserimento orbitale a causa del fallimento del sistema principale di propulsione. Dopo l'insperato successo del secondo tentativo, la sonda ha attivato i suoi strumenti e si è gradualmente calata in una nuova orbita più vicina alle nubi che avvolgono il pianeta.

L'atmosfera di Venere fotografata da UVI a intervalli di due ore il 9 Dicembre a una risoluzione spaziale di 70 chilometri per pixel. Credit: JAXA
Il piano di volo originale prevedeva che la sonda si inserisse in un'orbita tra 400 e 80 mila chilometri di quota, con un periodo di 30 ore. Tuttavia, a causa del fallimento del motore principale, la sonda si è dovuta inserire in un'orbita ben più ampia, con un apoapside di 440 mila chilometri, un periodo di 13.6 giorni e un'inclinazione di tre gradi. Akatsuki ha trascorso gli ultimi mesi a manovrare con i suoi propulsori secondari per portarsi su un'orbita più vicina al pianeta; entro l'inizio delle operazioni scientifiche, l'apoapside dell'orbita sarà abbassato a 310 mila chilometri di quota, e il periodo a nove giorni.

La geometria (ovviamente esagerata) di un'occultazione radio tra Venere e la Terra.
"Akatsuki ha completato alcune osservazioni di prova accendendo uno ad uno i suoi strumenti di bordo," si legge in una nota diffusa pochi giorni fa dall'agenzia spaziale giapponese, la JAXA. "Gli strumenti stanno operando come previsto, e abbiamo già condotto con successo un numero di osservazioni equivalente ai requisiti scientifici minimi. Daremo inizio alle regolari operazioni scientifiche a metà Aprile."
Akatsuki ha già iniziato a spiare Venere con tutti e cinque i suoi occhi robotici. Le immagini scattate dalla fotocamera LIR il 7 Dicembre nel medio infrarosso (10 micrometri), in particolare, mostrano una misteriosa struttura arcuata nelle nubi ad alta quota.
"La fotocamera LIR ha osservato una struttura a forma di arco sul volto illuminato di Venere che si estende dall'emisfero settentrionale a quello meridionale," si legge in un comunicato scientifico diffuso dalla JAXA. La struttura "è rimasta visibile per quattro giorni. È la prima volta che un simile fenomeno viene osservato."

La geometria dell'occultazione radio del 4 Marzo: in alto a sinistra, la traiettoria di Akatsuki (in rosso) rispetto a Venere vista dalla Terra. A destra, un grafico con l'altitudine in km sull'asse verticale e la temperatura in K sull'asse orizzontale. In blu, i dati raccolti durante l'occultazione d'ingresso (prima che Atasuki scomparisse dietro Venere); in rosso, i dati dell'occultazione d'uscita (subito dopo la ricomparsa di Akatsuki). Nel grafico a sinistra, le variazioni nella frequenza del segnale. Credit: JAXA
Anche la fotocamera UVI, che opera nella porzione ultravioletta dello spettro elettromagnetico, ha superato tutti i test ed è ora pronta a iniziare a raccogliere dati sulla distribuzione dei gas nell'atmosfera venusiana, concentrandosi in particolare sull'anidride solforosa. Il 9 Dicembre, la fotocamera ha scattato tre fotografie di Venere a intervalli di due ore, dalle 15:10 alle 19:10 ora italiana, catturando il movimento delle nubi. La risoluzione spaziale media delle immagini è di 70 chilometri per pixel.
Il 4 Marzo, gli ingegneri hanno attivato anche l'esperimento USO, sfruttando un'occultazione radio per sondare la struttura dell'atmosfera venusiana. Poco prima che la sonda scomparisse dietro al disco di Venere vista dalla Terra, lo strumento ha inviato delle onde radio in direzione del nostro pianeta, facendole filtrare attraverso l'atmosfera di Venere. Una volta captate dalle antenne terrestri, le onde sono state analizzate per ricostruire la struttura orizzontale dell'atmosfera venusiana. Il test è stato ripetuto il 25 Marzo.

Aphrodite Terra (la macchia scura) vista di notte dalla fotocamera IR1. L'immagine è stata scattata il 21 Gennaio a 44 mila chilometri di distanza. Credit: JAXA
Anche la fotocamera IR1 ha scattato i suoi primi ritratti di Venere. Operando a circa un micrometro di lunghezza d'onda, la fotocamera è in grado di penetrare oltre la fitta coperta di nubi che nasconde la superficie e misurare la radiazione termica emessa dalle rocce. La prima immagine rilasciata dalla JAXA è stata scattata il 21 Gennaio da 44 mila chilometri di distanza e ritrae l'altopiano noto come Aphrodite Terra.
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