Ultimi test per la sonda MAVEN, destinazione Marte
Non è facile simulare milioni di chilometri elettronicamente, ma gli ingegneri ci hanno comunque provato nelle scorse settimane, negli ultimi test pre-lancio della prossima sonda statunitense diretta verso Marte, l'orbiter MAVEN. Gli ingegneri hanno messo alla prova gli apparati di comunicazione che la sonda userà per trasmettere i dati raccolti ai ricercatori qui sulla Terra.
Sono state simulate le condizioni che la sonda incontrerà nel suo viaggio di 10 mesi verso il Pianeta rosso e una volta in orbita, pronta a studiare gli strati esterni dell'atmosfera marziana.
Secondo gli ingegneri, si tratta di test di vitale importanza, perché i sistemi di comunicazione non possono più essere riparati una volta lasciata la superficie del nostro pianeta.
«Non avrà importanza ciò che faremo là fuori se non potremo riportare i dati indietro», ha spiegato Jeff Coyne della Lockheed Martin.
MAVEN decollerà a Novembre a bordo di un Atlas V della United Launch Alliance. Nella stessa finestra di lancio, qualche settimana prima, decollerà anche l'orbiter indiano Mars Orbiter Mission, che è però in grave ritardo sulla tabella di marcia. [Leggi: Due nuove sonde pronte a partire per Marte]
«Credo che sia uno dei [test] più importanti, perché se non potremo parlare alla sonda...», ha spiegato Sheryl Bergstrom del JPL.
L'enorme distanza che separerà la sonda una volta lasciata l'orbita terrestre è stata simulata convogliando i segnali elettronici in un sistema di cavi in grado di abbassare velocemente l'energia attraverso varie reti di fili.
«Cercheremo di comprimere il segnale giù fino al punto più basso possibile», ha spiegato Chris Green dell'Exelis. «È una macchina e mettiamo alla prova la sua reale performance di volo – ogni scenario di configurazione di volo in cui potrebbe trovarsi è ciò che sperimentiamo durante i test».
«Consentiamo al progetto di andare online e fare ciò che farebbero in un normale giorno così che possano condurre tutti i compiti come se MAVEN fosse realmente nello spazio», ha commentato Lorenzo Morgan, uno degli ingegneri.
Si tratta di test di routine che vengono eseguiti per ogni missione, ma a ogni sonda dev'essere riservato un suo trattamento unico.
«Ogni missione è diversa, ogni missione ha le sue peculiarità», ha commentato Albert Ibarra, un altro degli ingegneri. «Devi conoscere i dettagli di ogni missione così da prenderci familiarità il prima possibile, mentre iniziano ad assemblare la sonda».
«Consentiamo al progetto di andare online e fare ciò che farebbero in un normale giorno così che possano condurre tutti i compiti come se MAVEN fosse realmente nello spazio», ha commentato Lorenzo Morgan, uno degli ingegneri.
Si tratta di test di routine che vengono eseguiti per ogni missione, ma a ogni sonda dev'essere riservato un suo trattamento unico.
«Ogni missione è diversa, ogni missione ha le sue peculiarità», ha commentato Albert Ibarra, un altro degli ingegneri. «Devi conoscere i dettagli di ogni missione così da prenderci familiarità il prima possibile, mentre iniziano ad assemblare la sonda».
La sonda comunicherà con il nostro pianeta attraverso una complessa rete di antenne in California, Spagna e Australia – il Deep Space Network, che usa antenne grandi quanto un campo da calcio per comunicare con sonde fino a oltre i confini del nostro sistema solare.
Il Deep Space Network è usato per comunicare con Voyager 1, ormai in pieno spazio interplanetario; con New Horizons, diretta verso Plutone; Cassini, in orbita attorno a Saturno; Juno, in viaggio verso Giove; e Curiosity, sulla superficie del Pianeta rosso.
© immagini
NASA/Kim Shiflett
Il Deep Space Network è usato per comunicare con Voyager 1, ormai in pieno spazio interplanetario; con New Horizons, diretta verso Plutone; Cassini, in orbita attorno a Saturno; Juno, in viaggio verso Giove; e Curiosity, sulla superficie del Pianeta rosso.
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NASA/Kim Shiflett
Ultimi test per la sonda MAVEN, destinazione Marte
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
21.9.13
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