Curiosity termina le sue analisi a Rocknest
Proprio in questo momento, San Francisco sta ospitando il meeting autunnale dell'American Geophysical Union, in cui il team del rover Curiosity sta presentando gli ultimi dati arrivati dalla superficie marziana. I risultati non hanno nulla a che vedere con la storica scoperta di cui avevamo discusso un po' di giorni fa – per quella ci vorrà ancora un bel po' – ma si tratta comunque di una scoperta interessante: usando per la prima volta tutti i suoi strumenti per analizzare il suolo marziano, il rover ha scoperto complessi processi chimici tra sostanze che gli astronomi non si aspettavano di osservare.
Gli strumenti del rover hanno scoperto sostanze contenenti acqua, zolfo e cloro. Il rilevamento di sostanze di queste genere a pochi mesi dall'atterraggio del rover dimostra l'altissimo potenziale scientifico dei suoi strumenti, che si spera verrà sfruttato pienamente nei prossimi due anni.
Curiosity, infatti, è il primo rover in grado di raccoglie campioni di suolo e analizzarli nei suoi laboratori interni. Gli ultimi campioni analizzati provengono da una regione nota come Rocknest, in corrispondenza di un bacino di sabbia formatosi grazie all'azione del vento. Qui, il rover ha preso vari morsi del terreno, ha raccolto campioni, ha analizzato rocce, ha rilevato cambiamenti atmosferici, ha scoperto di essere "circondato" da intensi vortici d'aria e ha perfino comunicato con alcuni orbiter.
«Attualmente, non abbiamo la conferma definitiva di materiali organici su Marte, ma continueremo a cercare nei vari ambienti del cratere Gale» ha commentato Paul Mahaffy.
Lo strumento APXS – che lancia particelle alfa verso il bersaglio e analizza lo spettro dei raggi X che vengono emessi dalla collisione – e la fotocamera MAHLI sul braccio robotico del rover hanno confermato che la composizione chimica degli elementi e l'aspetto del sito sono simili ad alcuni già visitati in passato dai rover Pathfinder, Spirit e Opportunity.
Rocknest è stato scelto come primo sito di raccolta dei campioni perché la sua sabbia fine può anche essere usata per ripulire le pareti interne delle camere che ospitano provvisoriamente i campioni.
MAHLI ha fotografato da vicino il terreno, scoprendo uno strato di sabbia più scura e fine rivestita da una crosta spessa uno o due granelli di sabbia.
Il primo laboratorio interno, CheMin, ha scoperto che la composizione dei campioni è per metà simile a quella di comuni minerali vulcanici, mentre l'altra metà è composta da materiali non cristallini.
SAM ha aggiunto alcuni dati sugli ingredienti più rari e sui rapporti degli isotopi – atomi di uno stesso elemento ma con un numero di massa e una massa atomica differenti. SAM ha inoltre individuato la presenza di molecole d'acqua, che sono molto comuni tra i granelli di sabbia e polvere, ma comunque in quantità superiori alle aspettative.
SAM ha inoltre identificato ossigeno e perclorato di cloro. Questo elemento chimico è stato osservato anche nella regione artica di Marte dal lander Phoenix. Facendolo reagire con altri elementi riscaldati nel laboratorio, gli ingegneri hanno osservato il formarsi di nuovi composti di metano e cloro, uno dei quali organico. Mentre il cloro è di certa origine marziana, il carbonio potrebbe essere stato portato su Marte dal rover e poi rilevato dall'alta sensibilità di SAM.
«Abbiamo usato quasi ogni strumento scientifico per esaminare questa zona» ha commentato John Grotzinger. «La sinergia degli strumenti e la ricchezza dei dati ci danno una grande promessa, ossia quella di usarli alla nostra destinazione scientifica principale, il monte Sharp».
© immagini
NASA/JPL-Caltech/MSSS
NASA/JPL-Caltech/MSSS
NASA/JPL-Caltech
Curiosity termina le sue analisi a Rocknest
Reviewed by Pietro Capuozzo
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3.12.12
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