«Andromeda? Al ventesimo piano!»

Spesso, quando si parla di nuove invenzioni, specialmente in campo astronomico, i progetti possono apparire assurdi, o addirittura fantascientifici. E non fa eccezione il progetto di cui parleremo oggi: un ascensore spaziale. Presentato al concorso «Centennial Challenges 2009» della Nasa, il robot ha dimostrato di saper arrampicarsi lungo un cavo di 900 metri, gettando le basi a quella che sarà – forse – una macchina imprescindibile per un futuro progetto di colonizzazione spaziale.
L'ascensore, se così possiamo definirlo, ha svolto una meticolosa dimostrazione all'Edwards Air Force Base ubicata nel deserto del Mojave, nel quale il robot si è arrampicato su un cavo lungo 900 metri attaccato ad un elicottero. Il climber è stato alimentato da un raggio laser proiettato da terra. Per ora il progetto non è concretizzabile, ma la teoria su cui si basa è fondata – o almeno secondo secondo gli ingegneri spaziali della Nasa.
Il funzionamento non è così astruso come potrebbe sembrare a prima vista: il progetto prevede semplicemente un climber che si muove lungo un cavo di nanotubi di carbonio (composti da filamenti molecolari di carbonio ultra–restistenti) ancorato alla Terra da una stazione. Il cavo è tenuto in tensione dalla rotazione terrestre e da un contrappeso ubicato a 96.500 chilometri dalla superficie terrestre.
A questo punto, ad alcuni potrebbe sorgere una fatidica domanda: e se alcuni detriti spaziali urtassero il cavo? Naturalmente un evento del genere sarebbe comunissimo, data la grande quantità di particelle sospese in orbita attorno al Sole. La risposta è la seguente: se il nastro venisse semplicemente curvato, ciò attutirebbe cospicuamente gli eventuali impatti.
Il robot, come già esplicato, sarebbe alimentato da un fascio laser proveniente da terra, assorbito dall'«ascensore» mediante alcune celle fotovoltaiche presenti sulla parte inferiore del climber. L'energia verrebbe poi convertita in elettricità per garantire il corretto funzionamento del climber stesso. Sulla parte superiore del climber, inoltre, vi sarebbero dei pannelli solari per alimentare ulteriormente l'ascensore, un processo simile a quello che avviene nella maggior parte delle sonde spaziali. 
Il climber può arrampicarsi sul cavo grazie ad alcune ruote poste su quest'ultimo, che funzionano quasi esattamente come quelle delle seggiovie. Com'è logico pensare, più ruote vi sono, più il peso del climber sarà distribuito.
Il progetto prevede un vano di carico con una capienza di 12,7 tonnellate, simile a quella di un TIR. Per ora non è ancora prevista una zona per il trasporto di esseri umani, ma in un futuro speriamo vicino chissà...
Fonti: National Geographic Italia, Luglio 2011, rubrica NEXT, «Marte? All'ultimo piano» di Luna Shyr e Timestars.org
«Andromeda? Al ventesimo piano!» «Andromeda? Al ventesimo piano!» Reviewed by Pietro Capuozzo on 5.7.11 Rating: 5
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