Un pianeta potenzialmente abitabile attorno a Proxima Centauri
La curva di velocità radiale di Proxima Centauri. Credit: ESO/G. Anglada-Escudé |
Il metodo delle velocità radiali. Credits: Polluce Notizie |
Le analisi non sono state in grado di escludere che il pianeta ospiti bacini di acqua liquida sulla sua superficie. Nel caso di una rotazione sincrona, tali bacini potrebbero trovarsi sul volto perennemente illuminato del pianeta; oppure, nel caso di una rotazione 3:2, attorno alle fasce tropicali. Orbitando attorno a una stella particolarmente irrequieta, è probabile che il clima di Proxima b sia molto diverso da quello della Terra.
Le abbondanti radiazioni elettromagnetiche che inondando costantemente il pianeta, soprattutto alle lunghezze d'onda dei raggi-X e dell'ultravioletto, potrebbero aver plasmato nel tempo un'atmosfera molto diversa da quella che avvolge la Terra, secondo i ricercatori. Attualmente, il pianeta riceve 60 volte più radiazioni della Terra; nell'arco della sua storia, potrebbe averne ricevute 7-16 volte più del nostro pianeta.
Non è ancora chiaro il meccanismo che ha portato alla formazione del pianeta: i modelli, infatti, prevedono che i dischi protoplanetari attorno a una stella come Proxima Centauri contengano meno di una massa terrestre di materiale nel raggio di un'unità astronomica dalla stella. Gli scienziati sospettano che il pianeta si sia formato a distanze maggiori e che si sia poi spostato verso Proxima Centauri, oppure che a migrare siano stati gli stessi embrioni planetari o planetesimi, che poi si sarebbero aggregati a formare il pianeta.
Proxima Centauri appartiene a un sistema stellare triplo, assieme alla coppia di Alpha Centauri. La stella si trova a 0.24 anni luce dalle due compagne, e i suoi legami gravitazionali con esse non sono ancora del tutto chiari.
Nel 2012, l'ESO aveva annunciato la scoperta di un pianeta attorno a Proxima Centauri B, anche in quell'occasione in seguito ad analisi delle velocità radiali. Nel 2015, altri ricercatori avevano dimostrato che, rimuovendo l'attività stellare dai dati, il già debole segnale del pianeta scompariva quasi del tutto, indicando che molti altri scenari dinamici avrebbero potuto ricreare le condizioni osservate dagli scienziati tre anni prima.
Come sempre, saranno necessari ulteriori osservazioni per aggiungere dettagli al quadro ancora incompleto di Proxima b. Osservare il pianeta con altri metodi — quello dei transiti, ad esempio — rivelerebbe le sue dimensioni, che, unite alla massa che già conosciamo, permetterebbero agli astronomi di verificare la composizione del pianeta. Purtroppo, l’inclinazione del piano orbitale di Proxima b non è ancora stata determinata (infatti il limite di 1,3 masse terrestri è un valore minimo), quindi non è chiaro se sia possibile o meno osservare un suo transito dal punto di vista di noi terrestri.
Il pianeta dista soli 39 milliarcosecondi dalla propria stella, ma essendo proprio “dietro l’angolo” i grandi telescopi del futuro (il terrestre E-ELT e gli spaziali James Webb e WFIRST, tra i molti) potrebbero avere la risoluzione angolare necessaria a scovarlo nell’accecante bagliore della propria stella. Eventuali studi spettrali dell’atmosfera, poi, ci aiuterebbero a stabilire la sua reale abitabilità.
L’unica cosa certa, a questo punto, è che Proxima b sarà uno dei protagonisti assoluti della ricerca astronomica nei prossimi anni.
Come sempre, saranno necessari ulteriori osservazioni per aggiungere dettagli al quadro ancora incompleto di Proxima b. Osservare il pianeta con altri metodi — quello dei transiti, ad esempio — rivelerebbe le sue dimensioni, che, unite alla massa che già conosciamo, permetterebbero agli astronomi di verificare la composizione del pianeta. Purtroppo, l’inclinazione del piano orbitale di Proxima b non è ancora stata determinata (infatti il limite di 1,3 masse terrestri è un valore minimo), quindi non è chiaro se sia possibile o meno osservare un suo transito dal punto di vista di noi terrestri.
Il pianeta dista soli 39 milliarcosecondi dalla propria stella, ma essendo proprio “dietro l’angolo” i grandi telescopi del futuro (il terrestre E-ELT e gli spaziali James Webb e WFIRST, tra i molti) potrebbero avere la risoluzione angolare necessaria a scovarlo nell’accecante bagliore della propria stella. Eventuali studi spettrali dell’atmosfera, poi, ci aiuterebbero a stabilire la sua reale abitabilità.
L’unica cosa certa, a questo punto, è che Proxima b sarà uno dei protagonisti assoluti della ricerca astronomica nei prossimi anni.
Un pianeta potenzialmente abitabile attorno a Proxima Centauri
Reviewed by Pietro Capuozzo
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24.8.16
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