Fra dieci giorni, due sonde giapponesi sfioreranno la Terra per effettuare una manovra di fionda gravitazionale. Il 3 Dicembre, le sonde Hayabusa 2 e Procyon, lanciate assieme esattamente un anno prima, passeranno a qualche milione di chilometri dalla superficie terrestre, sfruttando la gravità del nostro pianeta per accelerare e modificare le proprie orbite.
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La Terra e la Luna viste da Hayabusa 2. Nell'immagine precedente, il nostro pianeta visto da Procyon. |
In questo momento, Hayabusa 2 si trova a 4.17 milioni di chilometri dalla Terra. Alle 11:07 ora italiana del 3 Dicembre, la sonda giapponese sarà soli 2100 chilometri al di sopra dell'Oceano Pacifico. La traiettoria di incontro è stata studiata in modo da permettere alla gravità terrestre di accelerare la sonda da 30.3 chilometri al secondo di velocità eliocentrica a 31.9.
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Traiettoria del flyby di Hayabusa 2. |
Concluso l'incontro con la Terra, Hayabusa sarà nuovamente impegnata nella lunga traversata del sistema solare che le farà raggiungere l'asteroide 1999 JU3 Ryugu a metà del 2018. Una volta raggiunto l'asteroide, la nave madre giapponese rilascerà una flotta di sonde secondarie,
tra cui una sonda che si schianterà contro l'asteroide e tre rover e una piattaforma scientifica europea che ne esploreranno la superficie. Raccolti i campioni del suolo, la sonda farà rientro sulla Terra. Una simulazione in tempo reale della traiettoria di Hayabusa 2
è disponibile cliccando qui.
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La traiettoria di Hayabusa 2, in rosa, prima (a sinistra) e dopo (a destra) la fionda gravitazionale terrestre (segnata dalla scritta rosa) rispetto alle orbite della Terra, in verde, e dell'asteroide Ryugu, in blu. |
Lo stesso giorno, due milioni e mezzo di chilometri più in alto di Hayabusa 2 ci sarà un'altra sonda giapponese, il piccolo veicolo sperimentale Procyon, diretto verso l'asteroide binario 2000 DP107. Purtroppo, a causa
di un guasto al propulsore a ioni, gli scienziati hanno dovuto rinunciare all'obiettivo primario della missione, ovvero quello di esplorare l'asteroide. Nonostante ciò, gli altri sistemi di bordo continuano a operare alla perfezione: recentemente,
Procyon ha perfino effettuato delle osservazioni della lontana cometa di Rosetta.