Un nuovo mistero emerge dalla superficie di Mercurio

La scarpata Beagle, lunga 600 km, è una delle più curve osservate sulla superficie di Mercurio. Credit NASA/JHUAPL/Carnegie/Smithsonian
La superficie di Mercurio è appena diventata un po' più misteriosa, come se non lo fosse già abbastanza, con l'individuazione di una serie di strutture geologiche che si sottraggono a qualunque spiegazione scientifica.
Mercurio per ora è stato visitato solamente da due missioni, le americane Mariner 10 e MESSENGER. Quest'ultima ha concluso la sua straordinaria esperienza in orbita attorno al pianeta più interno del sistema solare con una spettacolare collisione pochi mesi fa. Durante la sua missione, MESSENGER ha portato all'individuazione di una serie di scarpate di faglia sulla superficie di Mercurio, rilievi che si estendono fino a mille chilometri in lunghezza e 3 in altezza.

La scarpata Enterprise, con i suoi mille chilometri di estensione e tre di altezza, è una delle più vaste. Credit NASA/JHUAPL/Carnegie/Smithsonian
Queste scarpate si formano quando le rocce vengono spinte l'una contro l'altra, rompendosi e sollevandosi lungo le faglie, cioè le fratture, nella crosta del pianeta. Si pensa che i movimenti responsabili della loro formazione siano stati causati dal raffreddamento del cuore di Mercurio, e al conseguente rimpicciolimento dell'intero pianeta. Secondo recenti studi, Mercurio potrebbe aver perso dai 4 ai 14 chilometri in diametro durante questo processo.
Se queste scarpate si fossero formate in seguito al rimpicciolimento di Mercurio, ci aspetteremmo di trovarle sparse uniformemente lungo la superficie. Ma invece non è così: un nuovo studio ha portato alla scoperta di uno straordinario schema ricorrente.
"Non c'è che dire, è un vero mistero," spiega Thomas Watters del National Air and Space Museum presso lo Smithsonian. Watters ha partecipato a un censimento delle scarpate principali di Mercurio, quelle con estensioni maggiori di 50 chilometri. Incredibilmente, gli scienziati hanno osservato che la stragrande maggioranza delle scarpate si trova su due larghe fasce che corrono da nord a sud e si trovano quasi agli antipodi l'una dell'altra.
Una possibile spiegazione potrebbe trovarsi nel flusso di roccia calda nel mantello di Mercurio, anche se secondo Watters "la portata di questo flusso è troppo debole per poter spiegare queste fasce. Il mantello di Mercurio è spesso solo 400 chilometri. Ci devono essere altri fattori in gioco che non siamo ancora in grado di identificare."
Come se non bastasse, l'analisi delle 407 scarpate ha portato alla scoperta che gran parte di esse si trova nell'emisfero australe: 264 contro le sole 143 dell'emisfero boreale, per un'estensione totale di 33 mila chilometri a sud contro i 14 mila a nord.
"Nessuno dei modelli che abbiamo è in grado di spiegare questa asimmetria nella distribuzione delle scarpate tra i due emisferi," prosegue Watters. "Abbiamo ancora molto da imparare da Mercurio."
Per fortuna, a inizio 2017 l'Agenzia Spaziale Europea e quella Giapponese, l'ESA e la JAXA, lanceranno le due sonde della missione BepiColombo, che esploreranno da vicino Mercurio e tenteranno di trovare una risposta anche a questo mistero.
Un nuovo mistero emerge dalla superficie di Mercurio Un nuovo mistero emerge dalla superficie di Mercurio Reviewed by Pietro Capuozzo on 16.6.15 Rating: 5
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