28 anni fa esplodeva lo Space Shuttle Challenger

28 Gennaio 1986: lo Space Shuttle Challenger esplode 73 secondi dopo il lancio.
Sono passati 28 anni da quella triste mattina del 1986, quando lo Space Shuttle Challenger esplose a un minuto dal decollo, portando via con sé le vite di sette coraggiosi uomini e donne. Gli occhi dell'America e del mondo intero erano puntati su quella nave spaziale alata attaccata a un grosso serbatoio arancione e a due lunghi razzi laterali che si preparava a portare la prima insegnante nello spazio. E invece, la missione si concluse tragicamente in 73 secondi.
Il decollo della missione STS-51L fu l'ultimo per il Challenger. Nessuno Shuttle decollò per altri due anni.
A bordo del Challenger vi erano sette astronauti. Francis Scobee, pilota nella guerra del Vietnam, aveva volato sullo Shuttle due anni prima. Michael Smith, compagno di Scobee nella guerra del Vietnam, non era mai stato nello spazio. Judith Resnik era già stata sullo Shuttle nella missione successiva a quella di Scobee, e nel tempo libero amava suonare il pianoforte classico, nuotare, pilotare aerei e correre. Ellison Onizuka, hawaiiano, aveva volato sullo Shuttle esattamente un anno prima e aveva fatto parte del team del Centro di controllo missione delle prime due missioni Shuttle. Ronald McNair, afroamericano, cintura nera e istruttore di karatè, sassofonista in una banda jazz, appassionato delle tecnologie laser, aveva già volato su uno Shuttle poche missioni prima. Gregory Jarvis era lo specialista del carico utile di missione, ma nel tempo libero era giocatore di squash, ciclista e amante della chitarra classica. Christa McAuliffe aveva insegnato per 15 anni storia, economia e diritto nei licei e sarebbe dovuta essere la prima insegnante nello spazio, vista in diretta da tutti i suoi studenti.
I sette membri dell'equipaggio, cinque uomini e due donne, si preparano al decollo.
Erano persone normali i sette astronauti che persero la vita quella tragica mattina. La sequenza di decollo procedeva normalmente, quando, di colpo, il veicolo esplose. La causa del disastro fu individuata in vari fattori: la causa strutturale era un problema a uno dei due razzi laterali, ma senza la pressione della NASA causata dai vari ritardi e dal freddo di quei giorni, il problema si sarebbe potuto evitare.
La bandiera americana spicca su un pezzo del lato dello Shuttle recuperato dopo il disastro.
Quella mattina persero la vita sette anime coraggiose. Sette anime che lottarono fino all'ultimo: più di un astronauta, infatti, sopravvisse all'esplosione. La capsula si staccò e qualche secondo dopo furono attivati tre dispositivi di ossigeno di emergenza. Molte leve furono trovate manomesse, ma né l'esplosione né l'impatto con l'oceano potevano averle girate in quel modo: era chiaro che il pilota, Michael Smith, aveva tentato disperatamente di far tornare l'elettricità in cabina.
«Non li dimenticheremo mai», commentò Reagan in un discorso alla nazione, «né l'ultima volta che li vedemmo, questa mattina, mentre si preparavano per il loro viaggio, salutavano e "fuggivano dalla scontrosa superficie della Terra" per "sfiorare il volto di Dio"».
28 anni fa esplodeva lo Space Shuttle Challenger 28 anni fa esplodeva lo Space Shuttle Challenger Reviewed by Pietro Capuozzo on 28.1.14 Rating: 5
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