Svelati i segreti del continuo cambiamento di Vesta
Il gigantesco asteroide Vesta continua a cambiare il suo aspetto, come una star hollywoodiana che si trucca ogni giorno in modo diverso. Alcuni dati raccolti dalla sonda Dawn hanno permesso agli scienziati di scoprire che i fenomeni di erosione visibili su corpi privi di atmosfera come la nostra luna funzionano diversamente su questo asteroide gigante. Inoltre, pare che nella storia recente di Vesta vi siano stati molti impatti da parte di asteroidi ricchi di carbonio, che hanno fortemente alterato l'aspetto dell'asteroide che vediamo oggi.
«I dati di Dawn ci hanno permesso di decifrare come Vesta sia influenzato dai processi fondamentali che hanno anche coinvolto la Terra e altri corpi del sistema solare» ha commentato Carol Raymond del Jet Propulsion Lab. «Nessun oggetto nel nostro sistema solare è un'isola. In tutta la storia del sistema solare, i corpi hanno interagito tra di loro e si sono scambiati materiale».
Nel corso del tempo, le superfici di corpi come la Luna o l'asteroide Itokawa sono state soggette ad un'intensa erosione avvenuta nell'ambiente spaziale. A testimonianza di questi intensi processi vi sono microscopiche particelle metalliche a base di ferro che stonano con la superficie "morbida" di questi corpi. Lo spettrometro VIR a bordo della sonda Dawn non è però stato in grado di individuare tali particelle sulla superficie di Vesta, che rimane luminoso e intatto come un tempo.
Inoltre, i raggi luminosi provenienti dalle strutture più giovani sulla superficie di Vesta si sono spenti molto velocemente, mimetizzandosi con il suolo più antico. Ma cos'è che modifica la superficie di Vesta continuamente? Gli scienziati sono a conoscenza di frequenti, piccoli impatti che mischiano di continuo gli strati superficiali di Vesta con i loro detriti. Inoltre, Vesta presenta numerosi rilievi, dai quali hanno luogo delle frane o delle slavine che "mescolano" ancor di più gli ingredienti della crosta dell'asteroide.
Come un cocktail che viene continuamente agitato e mischiato ad altri elementi, la superficie di Vesta è a dir poco irrequieta. Infatti, la variazione luminosa tra diverse regioni estreme sulla sua superficie è tra le maggiori mai osservate sui corpi rocciosi del nostro sistema planetario.
Inizialmente, gli scienziati credevano che i materiali più chiari fossero stati originati su Vesta, mentre i materiali più scuri fossero il risultato di continue attività geologiche sotto la superficie oppure di attività vulcaniche. Ora, grazie a Dawn, gli scienziati hanno capito che il materiale scuro compare sia in piccole regioni sia in enormi depositi, senza badare agli eventi geologici sottostanti. Questo perché all'origine del materiale scuro vi sono le grandi quantità di carbonio presenti nei meteoriti che frequentemente colpiscono la superficie di Vesta. Si pensa che questi meteoriti abbiano anche contribuito alla comparsa su Vesta di depositi di materiali idrati provenienti da altri asteroidi.
Per spiegare tutto ciò, gli scienziati hanno ipotizzato che negli ultimi 3,5 miliardi di anni ben 300 asteroidi ricchi di carbonio con un diametro compreso tra 1 e 10 chilometri abbiano colpito Vesta. Questi impatti avrebbero depositato sull'asteroide una "coperta" spessa dagli 1 ai 2 metri.
«Questa continua contaminazione di Vesta con materiale originato in altri luoghi del sistema solare è un esempio estremo di un processo apparentemente comune che altera molti oggetti del sistema solare» ha commentato Tom McCord del Bear Flight Institute. «La Terra ha probabilmente acquisito gli ingredienti per la vita – materiali organici e acqua – in questa maniera».
Dawn, dopo essersi svegliata da 6 mesi di ibernazione, ha iniziato ad orbitare attorno a Vesta nel luglio del 2011. A settembre ha abbandonato l'asteroide, partendo per la sua prossima destinazione – il pianeta nano Cerere.
Per leggere tutti gli articoli su questa missione, visita la sezione di questo sito dedicata esclusivamente a Dawn, cliccando qui. Gli aggiornamenti minori sulla missione saranno pubblicati negli episodi di Centro Controllo Missione, la nostra nuova serie che vi dà, due volte alla settimana, un quadro generale di tutte le missioni in giro per l'Universo.
© immagine: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/PSI/Brown
Nel corso del tempo, le superfici di corpi come la Luna o l'asteroide Itokawa sono state soggette ad un'intensa erosione avvenuta nell'ambiente spaziale. A testimonianza di questi intensi processi vi sono microscopiche particelle metalliche a base di ferro che stonano con la superficie "morbida" di questi corpi. Lo spettrometro VIR a bordo della sonda Dawn non è però stato in grado di individuare tali particelle sulla superficie di Vesta, che rimane luminoso e intatto come un tempo.
Inoltre, i raggi luminosi provenienti dalle strutture più giovani sulla superficie di Vesta si sono spenti molto velocemente, mimetizzandosi con il suolo più antico. Ma cos'è che modifica la superficie di Vesta continuamente? Gli scienziati sono a conoscenza di frequenti, piccoli impatti che mischiano di continuo gli strati superficiali di Vesta con i loro detriti. Inoltre, Vesta presenta numerosi rilievi, dai quali hanno luogo delle frane o delle slavine che "mescolano" ancor di più gli ingredienti della crosta dell'asteroide.
Come un cocktail che viene continuamente agitato e mischiato ad altri elementi, la superficie di Vesta è a dir poco irrequieta. Infatti, la variazione luminosa tra diverse regioni estreme sulla sua superficie è tra le maggiori mai osservate sui corpi rocciosi del nostro sistema planetario.
Inizialmente, gli scienziati credevano che i materiali più chiari fossero stati originati su Vesta, mentre i materiali più scuri fossero il risultato di continue attività geologiche sotto la superficie oppure di attività vulcaniche. Ora, grazie a Dawn, gli scienziati hanno capito che il materiale scuro compare sia in piccole regioni sia in enormi depositi, senza badare agli eventi geologici sottostanti. Questo perché all'origine del materiale scuro vi sono le grandi quantità di carbonio presenti nei meteoriti che frequentemente colpiscono la superficie di Vesta. Si pensa che questi meteoriti abbiano anche contribuito alla comparsa su Vesta di depositi di materiali idrati provenienti da altri asteroidi.
Per spiegare tutto ciò, gli scienziati hanno ipotizzato che negli ultimi 3,5 miliardi di anni ben 300 asteroidi ricchi di carbonio con un diametro compreso tra 1 e 10 chilometri abbiano colpito Vesta. Questi impatti avrebbero depositato sull'asteroide una "coperta" spessa dagli 1 ai 2 metri.
«Questa continua contaminazione di Vesta con materiale originato in altri luoghi del sistema solare è un esempio estremo di un processo apparentemente comune che altera molti oggetti del sistema solare» ha commentato Tom McCord del Bear Flight Institute. «La Terra ha probabilmente acquisito gli ingredienti per la vita – materiali organici e acqua – in questa maniera».
Dawn, dopo essersi svegliata da 6 mesi di ibernazione, ha iniziato ad orbitare attorno a Vesta nel luglio del 2011. A settembre ha abbandonato l'asteroide, partendo per la sua prossima destinazione – il pianeta nano Cerere.
Per leggere tutti gli articoli su questa missione, visita la sezione di questo sito dedicata esclusivamente a Dawn, cliccando qui. Gli aggiornamenti minori sulla missione saranno pubblicati negli episodi di Centro Controllo Missione, la nostra nuova serie che vi dà, due volte alla settimana, un quadro generale di tutte le missioni in giro per l'Universo.
© immagine: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/PSI/Brown
Svelati i segreti del continuo cambiamento di Vesta
Reviewed by Pietro Capuozzo
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