Kepler completa la fase primaria della missione

Il telescopio americano Kepler, il "cacciatore di pianeti" come molti lo definiscono, ha appena raggiunto un'importantissima pietra miliare che vale il doppio. Si tratta infatti del completamento della missione principale, iniziata tre anni e mezzo fa, e l'inizio della fase di estensione della missione – che potrebbe durare fino a quattro anni.
Kepler ha identificato più di 2300 candidati esopianeti, di cui 100 sono stati finora confermati. Può non sembrare un numero elevatissimo, ma in questo centinaio si nascondono pianeti interessantissimi, alcuni perché completamente diversi dal nostro e altri perché molto simili alla nostra Terra. Questi pianeti ci hanno mostrato che sistemi planetari come il nostro non sono una rarità nella Via Lattea, anzi – ce ne sono così tanti che, secondo la stragrande maggioranza degli scienziati, da qualche parte ci devono per forza essere forme di vita extraterrestri.

Kepler ha scoperto decine di pianeti con masse simili a quelle della Terra e pianeti che orbitano nella fascia abitabile del loro sistema planetario, ossia la regione nella quale ci sono le caratteristiche necessarie per la nascita e l'evoluzione di forme viventi. Per ora, nessun esopianeta osservato da Kepler è esattamente identico alla Terra, ma ci stiamo avvicinando sempre di più.
«Le scoperte iniziali della missione Kepler indicano che almeno un terzo delle stelle hanno un pianeta, e il numero di pianeti nella nostra galassia dev'essere dell'ordine dei miliardi» ha commentato William Borucki. «I pianeti più interessanti sono quelli simili alla Terra, e potrebbero già essercene nei dati che dobbiamo ancora analizzare. I risultati migliori di Kepler devono ancora arrivare».
L'incredibile numero di pianeti osservati da Kepler nella piccola porzione del cielo che analizza – compresa tra le costellazioni del Cigno e della Lira e composta da 150 mila stelle – ha avvalorato i risultati di alcune recenti ricerche che indicano che il numero di pianeti nella Via Lattea è ben maggiore di quello delle stelle – stiamo parlando di decine di miliardi di pianeti.
Il telescopio americano usa uno dei metodi più affidabili per identificare pianeti attorno ad altre stelle: quello dei transiti. Quando un pianeta transita davanti alla sua stella, ne oscura una parte del disco, che risulta in un abbassamento della luminosità apparente. Dopo tre transiti regolari e ulteriori osservazioni, la natura di tipo planetaria dell'oggetto transitante viene confermata.
Kepler fu lanciato il 6 Maggio 2009 e iniziò ad esplorare l'Universo sei giorni dopo. I primi pianeti che osservò era principalmente gioviani caldi, ossia pianeti massicci quanto Giove ma con orbite simili a quella di Mercurio.
Da allora, il telescopio americano ha scoperto il primo sistema planetario multiplo, il primo pianeta roccioso, il sistema planetario più compatto e perfino un pianeta che sembrava uscito dal film Guerre Stellari, in cui Luke Skywalker osservava sul pianeta Tatooine un duplice tramonto. Ma non si è fermato qui, perché ha perfino scoperto un pianeta in orbita attorno a tre stelle e uno in orbita attorno a quattro stelle, ma anche un sistema planetario multiplo attorno ad un sistema binario. Ha scoperto un pianeta che sta letteralmente evaporando e una romantica coppia sopravvissuta all'evento che spazzerà via la vita dal nostro pianeta.
«La Terra non è unica, e non è nemmeno il centro dell'Universo» ha commentato Geoff Marcy dell'Università della California. «La diversità degli altri mondi è ben maggiore di quella immaginata in romanzi di fantascienza e nei film. Aristotele sarebbe fiero di noi per aver risposto ad alcune delle questioni filosofiche più profonde riguardo al nostro posto nell'Universo».

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NASA/JPL

Fonte
NASA/Jet Propulsion Laboratory. "NASA's Kepler wraps prime mission, begins extension." ScienceDaily, 15 Nov. 2012. Web. 15 Nov. 2012.
Kepler completa la fase primaria della missione Kepler completa la fase primaria della missione Reviewed by Pietro Capuozzo on 15.11.12 Rating: 5
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