La prima roccia che Curiosity analizzerà (e la sua interessante storia)
Il team di Curiosity ha individuato la prima roccia che il rover analizzerà completamente, usando tutti i suoi strumenti – anche quelli sul braccio robotico. Ma il termine che gli scienziati preferiscono non è "roccia", bensì "bersaglio": il rover infatti la perforerà a distanza usando il suo potente raggio laser, come aveva già fatto con un'altra roccia marziana (leggi qui).
John Grotzinger, che dirige le operazioni di superficie, l'ha descritta come una «roccia molto particolare seduta sulle pianure di Marte». Nonostante dobbiamo ancora scoprire tutto su di essa, questa pietra marziana ha già una storia molto interessante.
La roccia è stata denominata "Matijevic" in onore di Jake Matijevic, ingegnere dei sistemi delle operazioni di superficie che, sfortunatamente, ci ha lasciati poco dopo l'atterraggio del rover un mese fa. Matijevic è stato uno dei principali ideatori delle tecnologie usate su Marte e ha capito come fondere i meccanismi, l'avionica e tutti gli altri sistemi assieme. Ha guidato le operazioni di superficie del rover Sojourner nel 1996 ed ha lavorato per anni con i rover gemelli Spirit e Opportunity.
Matijevic era anche un matematico, padre del teorema che porta il suo nome – un teorema che, secondo molti, è «uno dei frutti migliori degli ultimi anni dell'algebra commutativa».
«Per onorare Jake e ciò che ci ha dato, abbiamo dedicato a lui la prima roccia con cui avremo un contatto scientifico» ha commentato Grotzinger.
Il tratto percorso da Curiosity aggiornato al 43esimo sol. In rosso, la prima destinazione del rover, Glenelg |
La roccia è alta circa 25 centimetri ed è spessa 40 alla base, quindi non è particolarmente grande. Ciò che la rende interessante è la sua forma quasi piramidale. Probabilmente è stata formata da pezzi di basalto espulsi durante varie attività, ed è molto simile – per colore, dimensione, forma e composizione – alla prima roccia studiata dal rover Spirit più di otto anni fa.
«Il team scientifico voleva trovare una roccia relativamente uniforme nella composizione per confrontare i risultati ottenuti dalla ChemCam (il laser) con quelli dell'Alpha Particle X-ray Spectrometer (APXS) e calibrare entrambi gli strumenti» continua Grotzinger. Mentre l'APXS è già stato messo alla prova, la ChemCam è l'evoluzione di uno strumento utilizzato sui due rover precedenti e quindi è una delle principali nuove tecnologie usate da Curiosity. «Adesso abbiamo una grande opportunità per confrontare qualcosa che è già stato provato e utilizzato e una delle più recenti e migliori tecnologie» ha aggiunto Grotzinger.
La prima roccia che Curiosity analizzerà (e la sua interessante storia)
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
22.9.12
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