Il penny su Marte

Realizzare un bersaglio di calibrazione per una fotocamera o una placca per una sonda non è facile: ci vogliono esperti di grafica, impegno, duro lavoro e sopratutto fantasia. Bisogna anche essere coscienti del fatto che, un giorno, alcuni esseri extraterrestri potrebbero incontrare la tua sonda. Proprio per questo, molte placche (anche quella a bordo del rover Curiosity, che è più che altro una meridiana) contengono messaggi di pace e storie della nostra specie e del nostro pianeta, oltre che a vari dati scientifici per rintracciarci in qualsiasi momento. Per loro fortuna, i realizzatori dei bersagli di calibrazione non devono quasi mai inserire nelle loro opere messaggi filosofici o quant'altro, ma ci vuole comunque molta fantasia.
Questa fotografia mostra il bersaglio di calibrazione della fotocamera MAHLI a bordo del rover Curiosity, che contiene alcune forme di colori diversi, un disegno di un omino marziano, un grafico di una barra metrica, una specie di motivo simile a una scala per la profondità e un penny VDB del 1909 con il ritratto di Lincoln. Perché un penny? Per vari motivi. Innanzitutto, serve a stabilire la dimensione degli oggetti circostanti, e in più serve per testare la messa a fuoco della fotocamera. Ma, sopratutto, dà a noi «gente comune» un oggetto familiare – di vita quotidiana per i cittadini statunitensi – che è utile in un contesto che non abbiamo mai visto come un paesaggio marziano. Ma la storia non finisce qui.

L'immagine è in realtà un mosaico composto da due fotografie ottenute durante il 34esimo sol di missione, ossia il 9 settembre 2012. La fotocamera è posta all'estremità del braccio robotico di Curiosity, assieme a molti altri strumenti, mentre il bersaglio di calibrazione è localizzato verso la base del braccio. MAHLI è capace di mettere a fuoco diversi oggetti nel campo visivo, e nelle due fotografie unite nel mosaico sopra gli obiettivi messi a fuoco sono, rispettivamente, il bersaglio di calibrazione nella prima foto e la ruota assieme al suolo marziano nella seconda immagine. La fotografia mostra chiaramente che il bersaglio di calibrazione è protetto da un rivestimento contro la sabbia (come lo era fino a pochi giorni fa la fotocamera stessa): alcuni dei retrorazzi che hanno alzato il polverone di sabbia durante l'atterraggio si trovavano proprio lì.
Questa seconda fotografia più ravvicinata del penny è stata ottenuta ad una distanza di 5 centimetri. MAHLI può ottenere immagini a risoluzione ancor più elevata e mettere a fuoco fino ad una distanza di 2,1 centimetri. Nonostante ciò, dato che è la prima volta che il braccio robotico entra in funzione, si è scelto di non avvicinarsi troppo al penny.
La moneta è stata fornita dal principal investigator della missione, Ken Edgett. Si tratta di un penny VDB risalente al 1909, l'anno in cui queste monete fecero per la prima volta la loro comparsa, durante il centesimo anniversario della nascita di Abraham Lincoln. Le iniziali VDB si riferiscono al nome di colui che ha disegnato la moneta, Victor D. Brenner. Brenner ha usato come fonte d'ispirazione per il ritratto in rilievo di Lincoln un'immagine ottenuta il 9 febbraio 1864 da Anthony Berger nello studio di Mathew Brady di Washington D.C.
Sopra il penny è visibile un piccolo disegno di Joe the Martian, un personaggio che è apparso numerose volte in un popolare periodico di scienza per bambini, il «Red Planet Connection». All'epoca – stiamo parlando degli anni '90 – Edgett lavorava in un programma d'esplorazione marziana all'Arizona State University. Il personaggio era stato in realtà creato anni prima dallo stesso Edgett per un compito in classe. Durante quegli anni, le missioni Viking lo ispirarono a esplorare Marte, e ora lo sta facendo con il «suo» rover.
Il penny su Marte Il penny su Marte Reviewed by Pietro Capuozzo on 10.9.12 Rating: 5
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