I depositi d'argilla marziani non provano l'esistenza di antichi laghi

Cercare di scoprire se tempo fa Marte era un pianeta più "ospitale" e simile al nostro  – e quindi potenzialmente abitato da forme di vita – non è affatto facile, specialmente se uno degli indizi che gli scienziati cercano più spesso viene di colpo screditato da una nuova ricerca.
Fino ad ora, gli scienziati pensavano che i depositi di minerali argillosi visibili su Marte si potessero formare solamente in presenza di acqua e ambienti ospitali alla vita: in sostanza, il liquido comunissimo qui sul nostro pianeta sarebbe uno degli ingredienti fondamentali – oltre che della vita – di questi depositi scoperti sul Pianeta rosso. Ora, una nuova ricerca condotta qui sulla Terra ha confermato che l'acqua è uno degli ingredienti fondamentali, ma invece non lo sono gli ambienti favorevoli alla vita che avrebbero dovuto contenere l'acqua stessa – paradossalmente.

Alain Meunier dell'Université de Poitiers e il suo team si sono recati sull'atollo polinesiano di Moruroa per analizzare strati di lava composta da ferro e magnesio – simile agli antichi depositi di argilla identificati sulla superficie marziana.
I risultati sono sorprendenti: depositi come quelli osservati su Marte hanno veramente bisogno di acqua per formarsi, ma essa può anche solo essere contenuta nel magma di un ambiente vulcanico. Quindi, dove vi sono depositi di argilla su Marte non significa che un tempo vi era un ambiente ospitale ad eventuali forme di vita, anzi.
«Per cristallizzarsi, l'argilla ha bisogno di acqua, ma non necessariamente di acqua liquida» ha commentato Meunier. «Quindi questi depositi non possono essere usati come prova della presenza o meno di ambienti abitabili nel passato di Marte».
In più, si stima che molti dei depositi osservati su Marte siano spessi centinaia di metri, il che suggerirebbe un'origine magmatica invece di un'interazione con l'acqua.
«Questa nuova teoria propone che i minerali si siano formati durante brevi periodi di degassificazione del magma, diminuendo le probabilità della nascita della vita in questi scenari» ha commentato Brian Hynek del Dipartimento di Scienze Geologiche dell'Università del Colorado.
Per fortuna (degli scienziati), ciò non significa che tutti i depositi di argilla osservati sul Pianeta rosso hanno avuto origini magmatiche. Si pensa che il cratere Gale – dov'è localizzato il sito d'atterraggio Bradbury del rover Curiosity – possa aver veramente ospitato un lago marziano, miliardi di anni fa. Ora bisognerà vedere se i microscopi e i laboratori interni a bordo del rover riusciranno a dare una spiegazione a questo mistero.
Secondo Bethany Ehlmann del California Institute of Technology, «ci sono particolari varietà di minerali argillosi, e Gale ha un gusto diverso rispetto agli altri gusti marziani». Speriamo che Curiosity confermi che il sapore originario di Gale era più fresco e meno piccante di quanto questa nuova ricerca potrebbe far pensare.
I depositi d'argilla marziani non provano l'esistenza di antichi laghi I depositi d'argilla marziani non provano l'esistenza di antichi laghi Reviewed by Pietro Capuozzo on 10.9.12 Rating: 5
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