La prima mappa vulcanica di Io mai realizzata

© immagine ASU
Io è uno dei corpi più 'esotici' del nostro sistema solare, con continui fenomeni vulcanici e sismici. Ora, una nuova mappa creata dagli scienziati del Planetary Institute e dall'Arizona State University e pubblicata dall'U.S. Geological Survey raccoglie tutte le informazioni sulle caratteristiche geologiche di questo incredibile mondo.
«Una delle ragioni per cui abbiamo realizzato questa mappa è creare uno strumento utile per continuare gli studi scientifici su Io, e uno strumento per le future missioni verso Giove» ha commentato David Williams, a capo del team che ha sviluppato la mappa.
Sulla mappa – la cui realizzazione è durata ben sei anni – si possono vedere ben 19 tipi di oggetti diversi, fra cui patere (depressioni simili a crateri), campi di magma, tholi (piccoli rilievi vulcanici a forma di cupola), plumes (termine esogeologico che indica formazioni originate da fenomeni criovulcanici), montagne e pianure ricche di zolfo e anidride solforosa.
Il risultato dei lunghi lavori eseguiti dal team è stato un accuratissimo censimento di tutte queste formazioni vulcaniche, grazie al quale sono stati individuati ben 425 vulcani.
«La nostra mappa ha determinato che la maggior parte dei punti caldi attivi si trovano nelle patere, che coprono meno del 3 percento della superficie di Io» ha continuato Williams. «I campi di magma coprono approssimativamente il 28 percento della superficie ma contengono solo il 31 percento dei punti caldi. Capire la distribuzione geografica di queste formazioni è utile per sviluppare migliori modelli delle strutture interne di Io».
Immagine di una montagna su Io ripresa dall'orbiter Galileo.
Potete passare intere giornate a cercare crateri da impatto sulla mappa, ma non ne troverete mai uno. «Io non ha crateri da impatto; è l'unico oggetto nel Sistema Solare che non ne abbia, testimonianza della sua 'ripavimentazione' vulcanica molto attiva» ha infatti spiegato Williams.
Io è 25 volte più attivo – a livello vulcanico – della Terra, ma i cambiamenti superficiali a lungo termine coinvolgono solamente il 15% del terreno, e si tratta perlopiù di cambiamenti nei campi di magma.
I quattro mosaici di Io realizzati tra il 1979 e il 2003 che sono stati utilizzati per creare la mappa.
La mappa è stata realizzata usando quattro diversi mosaici che raffigurano tutta la superficie di Io. Curiosamente, le immagini sono abbastanza 'vecchie', dato che sono state ottenute dalle due sonde Voyager (1979) e dall'orbiter Galileo (1995–2003).
I fenomeni vulcanici di Io sono oggetto di molti studi, ma questa mappa rappresenta una vera e propria pietra miliare e un validissimo punto di partenza per i prossimi studi.

Fonti
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