Scoperto un pianeta potenzialmente abitabile che orbita attorno a tre stelle
© immagine Carnegie Institution for Science |
Pensate come sarebbe vivere in un sistema stellare triplo. Potrebbe ispirare qualche autore di fantascienza a scrivere racconti simili a Guerre Stellari, in cui Luke Skywalker ammirava un tramonto doppio visto dal leggendario pianeta Tatooine. Oggi sappiamo che pianeti come Tatooine esistono e ne abbiamo già scoperti due, ma per ora di pianeti con tre tramonti non se n'era mai sentito parlare. Fino a pochi giorni fa, almeno.
Si chiama GJ 667 ed è un sistema stellare composto da due stelle della sequenza principale e da una nana rossa. Questi astri sono caratterizzati da una bassissima concentrazione di elementi pesanti (circa il 25% di quella del nostro Sole). Sono proprio questi elementi che permettono la nascita di pianeti potenzialmente abitabili, e la scarsità di tali elementi in questo sistema aveva fatto credere agli astronomi che si trattasse di un esopianeta ostile alla formazione di organismi viventi.
Si chiama GJ 667 ed è un sistema stellare composto da due stelle della sequenza principale e da una nana rossa. Questi astri sono caratterizzati da una bassissima concentrazione di elementi pesanti (circa il 25% di quella del nostro Sole). Sono proprio questi elementi che permettono la nascita di pianeti potenzialmente abitabili, e la scarsità di tali elementi in questo sistema aveva fatto credere agli astronomi che si trattasse di un esopianeta ostile alla formazione di organismi viventi.
Il pianeta ha un periodo orbitale di circa 28.15 giorni e la sua massa è stimata attorno alle 4.5 masse terrestri, rendendolo una delle cosiddette 'super–Terre'. Ma il suo sistema planetario potrebbe essere ben più vasto: alcuni indizi suggeriscono che vi siano altri esopianeti, tra cui un'altra super–Terra e un gigante gassoso.
Il team che ha scoperto questo pianeta potenzialmente abitabile ubicato a 22 anni luce da noi è stato guidato da Guillem Anglada–Escudé e Paul Butler del Carnegie Institution for Science. Gli altri membri sono Steven Vogt e Eugenio Rivera dell'Università della California di Santa Cruz. I risultati sono stati pubblicati sull'Astrophysical Journal Letters.
Il team si è servito degli occhi robotici dell'European Southern Observatory, dell'High Resolution Echelle Spectrograph dell'Osservatorio Keck e del Carnegie Planet Finder Spectrograph del telescopio Magellan II.
«Prima ritenevamo che fosse molto improbabile che questa stella avesse dei pianeti. Ma ora eccoli qui, attorno ad un esempio vicino e povero di metalli della stella più comune nella nostra galassia» ha commentato Vogt. «Il rilevamento di questo pianeta, così vicino e così presto, implica che la nostra galassia debba essere colma di miliardi di pianeti rocciosi potenzialmente abitabili».
Inizialmente, l'obiettivo del team era quello di stabilire i parametri orbitali di un altra super–Terra appartenente a questo sistema, GJ 667Cb. Presto il team ha scoperto che orbitava la nana rossa in soli 7.2 giorni, rendendola ben lontana dal nostro concetto di abitabilità. Poco dopo, però, si accorsero della presenza di un secondo esopianeta – GJ 667Cc –, ben più simile alla Terra.
«Questo pianeta è il migliore candidato per sostenere acqua liquida e, magari, vita come la conosciamo noi» ha commentato Anglada–Escudé.
Naturalmente, bisognerà aspettare ulteriori osservazioni per confermare questi risultati a dir poco impressionanti.
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Reviewed by Pietro Capuozzo
on
5.2.12
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