Un classico di Hubble

© immagine NASA/ESA
Il ventunenne telescopio spaziale statunitense Hubble è famoso a livello globale soprattutto per i suoi splendidi ritratti di galassie lontane e di nebulose. Era da un po' che non sfornava un altro di questi 'classici', e l'attesa è stata premiata da un vero e proprio capolavoro cosmico.



Lo spazio attorno a NGC 1073, visibile al centro dell'immagine (© immagine NASA/ESA) 
Questa splendida galassia a spirale barrata si chiama NGC 1073 e può aiutare gli astronomi a capire di più sulla nostra casa cosmica, la Via Lattea, in quanto si pensa che abbia le due galassie abbiano un aspetto identico.
Il nucleo di queste galassie possiede due prolungamenti che formano una specie di 'sbarra'. Si pensa che questi prolungamenti siano originati da alcune discrepanze nei campi gravitazionali che spingono il materiale verso il centro, fomentando la creazione di nuovi astri. In queste condizioni, è facile che emerga un buco nero supermassiccio. Questi buchi neri giganteschi risiedono al centro di moltissime galassie, probabilmente anche perché molte delle galassie che popolano il nostro Universo sono, appunto, a spirale barrata.
Altri astronomi hanno suggerito che queste barre galattiche si siano originate come conseguenza del passaggio dalla gioventù alla maturità di una galassia. Questa teoria spiegherebbe perché le barre sono più comuni fra le galassie 'adulte' e perché nel giovane Universo solamente una galassia su cinque possedeva una barra centrale – percentuale lievitata di molto nel corso dei miliardi di anni, tanto che oggigiorno ben due terzi delle galassie ne possiedono una.
Immagine su cui sono segnate le posizioni di quattro oggetti celesti: un buco nero (IXO 5) e tre quasar, visibili a destra  (© immagine NASA/ESA).
Nell'angolo in alto a sinistra è visibile un agglomerato stellare che nasconde una potente sorgente di raggi–X chiamata IXO 5. Questa sorgente è probabilmente composta da un sistema binario 'estremo', composto a sua volta da una stella e da un buco nero che orbitano attorno ad un comune punto di gravità. Unendo le loro forze, Hubble e Chandra (che opera nelle lunghezze d'onda dei raggi–X) hanno consentito agli astronomi di individuare questa sorgente, anche se i due telescopi non sono abbastanza precisi da poterne confermare con certezza la posizione, tanto che l'ubicazione di questa sorgente resta tutt'oggi indecisa fra due stelle.
Oltre questa splendida galassia possiamo osservare oggetti celesti ben più lontani e antichi. Ad esempio, possiamo vedere due o tre sorgenti di luce puntiformi luminosissime (segnate nell'immagine sopra): mentre potrebbero sembrare stelle appartenenti a NGC 1073, sono alcuni degli oggetti più lontani mai osservati. Si tratta di alcuni quasar, molto più luminosi di interi ammassi galattici nonostante siano posti a miliardi di anni luce da noi.

Link utili
Un classico di Hubble Un classico di Hubble Reviewed by Pietro Capuozzo on 5.2.12 Rating: 5
Riproduzione riservata. (C) Polluce Notizie 2010-2017. Powered by Blogger.