Un nuovo modello (forse) spiega i mille misteri di Titano

© immagine Steven Hobbs
Un'atmosfera prevalentemente formata da metano e temperature di circa –180 gradi centigradi. Basandoci su questa descrizione, ci immagineremmo subito un pianeta (un satellite, in questo caso) completamente diverso dalla Terra. Eppure, gli astronomi pensano che sia uno dei corpi del nostro sistema planetario più simili al nostro pianeta. In effetti, le piogge, le nubi, la nebbia, i laghi e i mari che gli astronomi hanno osservato su Titano non lo rendono molto differente dal nostro pianeta.
Tutti questi fenomeni meteorologici e non solo rendono questo satellite interessantissimo, tanto che è costantemente studiato dalla sonda Cassini e ci abbiamo perfino inviato una sonda, la sonda americana Huygens – per intenderci, la 'compagna di viaggio' di Cassini. Basandosi proprio sull'eccellente lavoro di queste due sonde, un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology – il Caltech – ha sviluppato un modello computerizzato della superficie di Titano, che potrà forse essere in grado di rispondere ai numerosi quesiti degli scienziati sul suo clima e sulle sue caratteristiche superficiali.
Titano è un corpo celesti incredibilmente interessante e avvolto da numerosissimi misteri. Dai suoi enigmatici laghi di metano ai cambiamenti di stagione evidentissimi, Titano è uno degli oggetti più discussi dell'Universo.
«Possiamo guardare per anni e veder accadere quasi niente» ha commentato Mike Brown del Caltech. «Si tratta di cattive notizie per le persone che stanno cercando di capire il ciclo meteorologico di Titano, non soltanto perché le cose non accadono frequentemente, ma anche perché spesso le manchiamo quando accadono seriamente».
Proprio per questo si è giunti a formulare teorie assurde, come «vulcani criogenici che eruttano vapore di metano per formare le nubi» ha commentato Tammy Plotner sul sito Universe Today. Ma quest'ultimo modello computerizzato non è affatto complicato, e si basa su semplicissime leggi della fisica atmosferica che riuniscono tutti i fenomeni che osserviamo su Titano sotto un unico modello.
Nel 2009 era sorto un dubbio proprio su questi laghi di metano liquido, dato che alcune osservazioni avevano rivelato che tendono ad accumularsi attorno ai poli. «Il metano tende ad aggregarsi in laghi attorno ai poli perché là l'irradiamento solare è mediamente più debole» ha spiegato Tapio Schneider.
Sempre nello stesso anno, si riscontrarono enormi temporali condensati attorno all'equatore, in regioni che si pensava fossero aride e desertiche. I modelli di allora rivelarono dunque le loro lacune; quello recentemente sviluppato incorpora benissimo questi temporali: «piove molto raramente a queste basse latitudini. Ma quando piove, viene giù una tempesta» ha proseguito Schneider.
Questo nuovo modello, inoltre, copre ben 135 anni (non terrestri, ma su Titano) e spiega tutti i fenomeni finora osservati dai nostri occhi robotici oppure dai più potenti telescopi spaziali e terrestri. «Sviluppare teorie che possono essere testate è una rara e stupenda opportunità nelle scienze planetarie» ha continuato Schneider. «In un paio d'anni, sapremo quanto giuste o sbagliate esse siano».

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Un nuovo modello (forse) spiega i mille misteri di Titano Un nuovo modello (forse) spiega i mille misteri di Titano Reviewed by Pietro Capuozzo on 8.1.12 Rating: 5
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