Bufera sul tunnel tra il Gran Sasso e il Cern di Ginevra

Stamattina abbiamo parlato della scoperta di alcuni neutrini che viaggiano più veloci della luce (clicca qui per leggere l'articolo). Questi neutrini hanno impiegato 2,4 millisecondi a percorrere i 732 chilometri che separano l'acceleratore del Cern di Ginevra all'LNGS del Gran Sasso, ossia meno della velocità della luce di venti parti su un milione, cioè 60 nanosecondi in meno. I dati devono ancora essere confermati, ma i margini d'errore sono molto bassi: la distanza potrebbe essere sbagliata di al massimo 20 centimetri, mentre il rilevatore abruzzese potrebbe aver sbagliato di soli 10 nanosecondi massimo. Ma sul tunnel citato dal Ministro Gelmini si è scatenata una vera e propria bufera.
«Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo» ha commentato il ministro ieri. «Alla costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro».

In questa trappola «nero su bianco» sono cascate anche le due fonti del nostro articolo di stamattina, il Corriere e la Repubblica si sabato 24 settembre 2011. Infatti, come spiega Antonio Ereditato, responsabile dell'esperimento Opera, il tunnel menzionato dal Ministro è lungo appena un chilometro ed indirizza i neutrini ottenuti con la collisione di protoni contro un bersaglio di grafite al Cern in direzione dei laboratori del Gran Sasso. I neutrini attraversano letteralmente la materia ad una profondità media di 11 chilometri (max. 11,4 km), per poi giungere al rilevatore dell'esperimento Opera. Nonostante questa gaffe, i 45 milioni di euro sono stati realmente spesi. Come spiega Ereditato ai microfoni di Sky.it, si tratta di «uno stanziamento per permette la costruzione delle infrastrutture necessarie al fascio di neutrini».

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