50 anni fa l'America andava nello spazio
Sono le 14:34 ora locale a Cape Canaveral. Dalla rampa di lancio si accende una sfolgorante fiammata: i motori del razzo vettore Redstone si sono accessi. Il countdown giunge al termine e.... è decollata! La capsula Freedom 7, con a bordo l'intrepido astronauta trentasettenne Alan B. Shepard è decollata dal suolo americano. Tutta l'America e non solo assiste incredula alle immagini a colori che la televisione sta mandando in onda. E se qualcuno avesse chiesto ad un americano cosa stesse succedendo, probabilmente avrebbe risposto «Stiamo andando nello spazio».
45 secondi dopo il lancio l'esigua capsula inizia a tremare: ha raggiunto la velocità del suono. Dopo appena 1 minuto e 28 secondi ritorna la tranquillità, che regna per il resto del volo. D'altronde niente doveva accadere, tutto era stato studiato nei minimi dettagli: fallire questo tentativo voleva dire fallire la «guerra spaziale» con i Russi, che il 12 Aprile di quell'anno aveva inviato per la prima volta un uomo nello spazio, il cosmonauta Yuri Gagarin. No, non potevano veramente sbagliare.
45 secondi dopo il lancio l'esigua capsula inizia a tremare: ha raggiunto la velocità del suono. Dopo appena 1 minuto e 28 secondi ritorna la tranquillità, che regna per il resto del volo. D'altronde niente doveva accadere, tutto era stato studiato nei minimi dettagli: fallire questo tentativo voleva dire fallire la «guerra spaziale» con i Russi, che il 12 Aprile di quell'anno aveva inviato per la prima volta un uomo nello spazio, il cosmonauta Yuri Gagarin. No, non potevano veramente sbagliare.
E infatti non lo fecero. 15 minuti e 22 secondi dopo il lancio, la capsula e il ristretto equipaggio atterravano nelle calde acque dell'oceano Atlantico. Ad aspettarli c'erano alcuni elicotteri che li portarono in tutta fretta alla portaerei USS Lake Champlain.
Shepard era naturalmente emozionatissimo: aveva compiuto un'impresa che nessuno, oltre a Gagarin, era mai riuscito a fare. O, comunque, era l'uomo che si era allontana di più dalla Terra (487 chilometri in confronto ai 327 di Gagarin). Era fradicio e infreddolito. E in quelle condizioni lo chiamò il presidente Kennedy.
Già non dev'essere del tutto tranquillizzante parlare con il presidente degli Stati Uniti (specialmente se esso si chiama Kennedy), e in più in quelle condizioni... Eppure chi si sarebbe dovuto emozionare era proprio lui, John Fitzgerald Kennedy, perché stava parlando con l'uomo più famoso del mese. Non sappiamo cosa si dissero, non sappiamo cosa Kennedy domandò a Shepard e cosa Shepard gli rispose. E sarebbe anche troppo tardi per chiederglielo, dato che Kennedy è morto il 22 novembre 1963 e Shepard il 21 luglio 1998.
Kennedy avrebbe poi fatto la sua storica orazione sul futuro programma Apollo, ben più memorabile delle parole che Shepard pronunciò prima del volo (disse: «Per favore, caro Dio, fa' che io non fotta tutto»). Kennedy non vide tuttavia realizzarsi il suo sogno, la sua ambizione, che fu concretizzata da Neil Armstrong nel 1969. Ma sulla Luna ci arrivò anche una persona chiamata Alan Bartlett Shepard, Jr. Vi ricorda qualcuno?
50 anni fa l'America andava nello spazio
Reviewed by Pietro Capuozzo
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