Nuovi indizi di criovulcanismo su Cerere
La scoperta è stata resa possibile dalle immagini scattate da Dawn tra Dicembre 2015 e Settembre 2016, quando la sonda si trovava nella sua orbita più bassa, appena 375 chilometri al di sopra della superficie aliena di Cerere. Da questa orbita, la Framing Camera a bordo di Dawn ha potuto spiare il pianeta nano a una risoluzione di appena 35 metri per pixel. Le immagini del cratere Occator hanno rivelato una grande varietà di strutture geologiche, tra cui fratture, slavine e crateri minori.
"L'origine e l'evoluzione del cratere è più chiara che mai in queste immagini," spiega Andreas Nathues, responsabile dello strumento. Alle analisi hanno collaborato anche le misurazioni effettuate nell'infrarosso dallo spettrometro italiano VIR.
Occator ha un diametro di 92 chilometri. Al suo centro è situato un abisso largo circa 11 chilometri con pendii alti fino a 750 metri. Nel cuore dell'abisso si erge un rilievo largo 3 chilometri e alto 400 metri con importanti fratture lungo la sua superficie.
Il rilievo del cratere Occator ospita le aree più luminose su Cerere. Queste chiazze consistono in sali carbonati, mentre le chiazze più pallide visibili altrove nel cratere e su Cerere presentano concentrazioni più elevate del materiale scuro che costituisce la superficie del pianeta nano.
Gli scienziati ritengono che il rilievo sia ciò che rimane della montagna che si formò in seguito all'impatto che generò il cratere, circa 34 milioni di anni fa. La montagna sarebbe collassata; poi, quattro milioni di anni fa, il nuovo rilievo si sarebbe formato. La determinazione della sua età è stata resa possibile dal conteggio e dallo studio della distribuzione dei crateri: superfici più antiche, infatti, risultano costellate di crateri, mentre superfici più giovani tendono ad essere molto più lisce.
"L'età e l'aspetto del materiale attorno al rilievo centrale indicano che le chiazze biancastre di sono formate in seguito a processi eruttivi e ricorrenti," spiega Nathues. "Un singolo evento eruttivo è piuttosto improbabile." Simili rilievi sono stati osservati su Callisto e Ganimede, dove si ritiene siano depositi vulcanici.
"Il grande impatto che scavò il cratere Occator deve avere dato inizio a tutto, scatenando le successive attività criovulcaniche," prosegue Nathues. L'impatto avvicinò i depositi di acqua salata alla superficie. La pressione minore avrebbe poi consentito all'acqua e ai gas dissolti in essa, come metano e anidride carbonica, di scappare e formare un sistema di sfiati, fratturando la superficie.
Non è ancora chiaro qualora queste attività siano ancora presenti, seppur ad intensità minori. Tuttavia, la presenza di una lieve foschia al di sopra del cratere in alcune immagini realizzate da Dawn suggerisce che la sublimazione dell'acqua sia ancora all'opera.
Nuovi indizi di criovulcanismo su Cerere
Reviewed by Pietro Capuozzo
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