OSIRIS-REx fa passi da gigante: via libera all'assemblaggio
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OSIRIS-REx farà rientro sulla Terra nel 2023. |
La missione americana OSIRIS-REx, che alla fine del 2016 si imbarcherà su un affascinante viaggio di andata e ritorno verso l'asteroide Bennu, ha superato la sua ennesima pietra miliare. La sonda ha passato con successo la revisione KDP-D: una commissione è stata istituita per valutare lo stato della missione, e ha concluso che il progetto è in orario sulla tabella di marcia ed è nei limiti di budget prefissati.
Il via libera è stato annunciato pochi giorni fa dal nono piano della sede della NASA di Washington. Le autorità americane hanno così dato il permesso alla missione di uscire dalla fase C ed entrare nella fase di Assemblaggio, Test e Operazioni di Lancio (ATLO).
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Lo scheletro della sonda, in alto, unito al serbatoio, in basso. |
Lo scheletro della sonda è già stato assemblato il mese scorso: il prossimo passo ora sarà installare gli strumenti scientifici e i vari sistemi di bordo, sottoporre la sonda a una serie di rigidi test ambientali, trasferirla a Cape Canaveral e integrarla all'Atlas 5 che la porterà in orbita.
L'assemblaggio degli apparati di bordo inizierà con l'integrazione del sistema di propulsione, seguito dal "tessuto connettivo" della sonda, cioè i vari cavi e fili elettrici indispensabili per collegare i singoli componenti e consentire il trasferimento di elettricità e dati.
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L'antenna ad alto guadagno di OSIRIS-REx, in attesa di essere integrata. |
Successivamente, gli ingegneri installeranno il sistema di alimentazione, seguito dal computer di bordo, che per il momento dovrà utilizzare un software di volo preliminare.
L'assemblaggio di OSIRIS-REx proseguirà con l'installazione del TAGSAM (il meccanismo che raccoglierà almeno 60 grammi dalla superficie dell'asteroide Bennu), della capsula di rientro (SRC) e dell'intera strumentazione scientifica. A completare l'assemblaggio della sonda saranno i pannelli solari, che saranno installati, allineati e testati singolarmente.
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Lo scudo termico che proteggerà il modulo di riporto (SRC) durante il rientro nell'atmosfera terrestre. |
La prima fase di test prevede una lunga serie di prove sistemiche (SVT) con lo scopo di assicurarsi che la sonda sarà in grado di adempiere a tutte le funzioni previste dal piano di volo. I test saranno affidati alle stesse persone che saranno responsabili dei vari sistemi quando la sonda sarà in rotta verso Bennu.
Dopo i test sistemici sarà la volta dei test ambientali, che verificheranno che la sonda nel suo complesso sarà in grado di sopravvivere e operare correttamente nelle condizioni estreme del lancio e dello spazio profondo. Il programma prevede test acustici, test di shock pirotecnico (uno shock strutturale dinamico causato da un'esplosione o un impatto), test di vibrazione, test di radiazioni elettromagnetiche e test in condizioni di vuoto quasi-assoluto.
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Il meccanismo TAGSAM, che preleverà 60 grammi del suolo di Bennu. |
Le verifiche comprendono anche una serie di test meccanici e funzionali che simuleranno alcune delle operazioni previste, come la raccolta di campioni, l'apertura dei pannelli solari e dell'antenna ad alto guadagno e la separazione del veicolo di rientro atmosferico dalla nave madre.
OSIRIS-REx decollerà nel Settembre del 2016 e raggiungerà l'asteroide Bennu nel 2019. Dopo aver prelevato almeno 60 grammi di campioni dalla superficie, nel 2023 la sonda rientrerà nello Utah.
OSIRIS-REx fa passi da gigante: via libera all'assemblaggio
Reviewed by Pietro Capuozzo
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