Orion, tutto pronto per il battesimo di fuoco

La NASA si sta preparando in vista del battesimo della sua nuova capsula con equipaggio. Manca meno di un anno all'Exploration Flight Test-1, o EFT-1, che vedrà la capsula Orion ammarare gentilmente nell'Oceano Pacifico dopo essere stata portata a seimila chilometri di altitudine – 15 volte oltre la Stazione Spaziale Internazionale.
Il test, che verrà condotto nel Settembre del 2014, servirà a verificare la funzionalità dell'intero veicolo, con particolare attenzione allo scudo termico e al sistema di paracadute – i due sistemi essenziali per il rientro dei futuri equipaggi da lunghi viaggi spaziali.

«Siamo in orario», spiega Larry Price, deputy program manager presso la Lockheed Martin, la compagnia che è stata incaricata della costruzione della capsula. La capsula è pronta e sono in corso numerosi test ai sistemi di avionica e alla struttura. «Siamo alla fine della strada».
Il volo inaugurale di Orion è stato il fulcro della conferenza dell'American Institute Of Aeronautics And Astronautics (AIAA) tenutasi il mese scorso.
Orion era stata inizialmente vista come una versione modificata della capsula Apollo, ma si è subito capito che la capsula del 21esimo secolo ha ben poco a che vedere con il celebre veicolo che ha portato i primi e tutt'oggi unici astronauti sulla superficie della Luna negli anni '60 e '70.
Come ammette lo stesso Price, Orion «assomiglia molto [alla capsula Apollo] per la sua forma». Tale struttura, aggiunge, è stata scelta per minimizzare il rischio associato all'ambiente aerotermico nel quale si troverà la capsula in mezzo alle elevatissime velocità del rientro. [Leggi: Promosso il sistema di rientro di Orion]

«Avevamo tutti i dati necessari su una capsula Apollo a grandezza naturale. L'abbiamo modificata un po', del 30%. Ecco perché la superficie esterna di Orion è così com'è. Detto ciò, tutto il resto è molto diverso», spiega Price. [Leggi: L'ESA fornirà il modulo di servizio per il primo volo di Orion]
Innanzitutto, i sistemi di bordo di Orion e la ridondanza interna sono molto diversi dalla capsula che volò mezzo secolo fa. «Abbiamo un milione di linee di codice nel software. E quando andiamo sulla Luna, ne avremo un altro milione».
La capsula Orion è fornita inoltre di un sistema all'avanguardia per rilevare autonomamente anche i più piccoli difetti – un propulsore difficile da azionare, ad esempio, è bilanciato da propulsori ridondanti, come spiega Price.
«È molto più complesso», spiega Price, «così da poter essere più sicuro e affidabile. Si tratta di una macchina incredibile».
L'EFT-1 servirà a valutare circa una dozzina di punti, tra cui quello dello scudo termico. «Non rientriamo a simili velocità dall'Apollo, ed è molto più veloce di quando rientrava lo [Space] Shuttle», prosegue Price.
Si tratterà di un battesimo di fuoco per Orion, letteralmente: la capsula precipiterà a 32 mila chilometri orari attraverso l'atmosfera terrestre.

Lo scudo termico di Orion riprenderà quello dell'Apollo, riformulandolo per essere conforme alle leggi ambientali approvate dopo gli allunaggi. Si tratta di un enorme alveare composto da 330 mila celle all'interno delle quali è presente un materiale chiamato Avcoat, in grado di intraprendere un processo di ablazione durante il rientro.
Come spiega Price, lo scudo termico è fabbricato dalla Textron Defense Systems di Wilmington, nel Massachusetts, e, con i suoi 5,2 metri, è il più grande del mondo.
«Non hanno prodotto l'Avcoat per 40 anni», spiega Price, che ha poi aggiunto che è stata proprio la NASA a convincere la compagnia a riprendere la produzione del materiale.
Un'altra sfida nella costruzione di Orion è stata, come spiega Price, la progettazione dei sistemi elettrici, che comprendono i computer e i processori.
«Attraverseremo le fasce di radiazione di Van Allen. Quindi abbiamo fatto molti test per assicurarci che sopravvivano gli ambienti di radiazione», spiega. «In modo aggressivo, abbiamo cercato di metterci più cose possibili in questo primo volo. Ma i fondi sono stati tagliati... quindi abbiamo invertito alcune cose. La maggior parte dei sistemi di equipaggio di cui non abbiamo bisogno per questo volo, l'abbiamo rinviata al volo del 2017».
Il volo del 2017, un'altra missione senza equipaggio, porterà la capsula Orion su una traiettoria circumlunare, ancora non definita nel dettaglio. La capsula sarà portata in orbita dallo Space Launch System, il nuovo lanciatore pesante della NASA che debutterà nei prossimi anni. [Leggi: Superata la prima revisione per il prossimo lanciatore della NASA]
«Costruire Orion vuol dire costruire una capacità», spiega Price. «Mentre la politica e la scienza ci guidano in direzioni diverse, possiamo fare cose diverse con lo stesso sistema. Possiamo usare questo sistema e modificarlo per le durate di cui abbiamo bisogno. È uno strumento oltre Apollo che è stato un punto del design per andare sulla Luna».
La strada per l'EFT-1 è ancora lunga, e nel calendario di Orion mancano ancora molte pietre miliari.
Price ha poi confermato le parole di alcuni fonti della Lockheed Martin, secondo le quali il recente arresto di governo, che ha chiuso il 97% della NASA per mezzo mese, non ha avuto conseguenze drammatiche sul progetto. [Leggi: Riapre la NASA, concluso l'arresto di governo]

© immagini
NASA/Lockheed Martin
Orion, tutto pronto per il battesimo di fuoco Orion, tutto pronto per il battesimo di fuoco Reviewed by Pietro Capuozzo on 23.10.13 Rating: 5
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