I getti di acqua di Encelado sono regolati dall'influenza di Saturno

Secondo nuovi dati raccolti dalla sonda Cassini, i geyser di acqua ghiacciata e particelle organiche sulla superficie di Encelado, satellite naturale di Saturno, sono regolati dall'influenza del pianeta stesso. La scoperta si aggiunge ai già numerosi indizi che suggeriscono che sotto la superficie ghiacciata del satellite si nasconda un vasto bacino di acqua liquida, simile a un oceano.
«Pare che i getti di Encelado funzionino come una pompa da giardino regolabile», spiega Matt Hedman della Cornell University a Ithaca, New York. «Gli ugelli sono praticamente chiusi quando Encelado è vicino a Saturno e sono in gran parte aperti quando la luna è più lontana. Pensiamo che ciò possa avere a che fare con il modo in cui Saturno schiaccia e rilascia la luna con la sua gravità»
Cassini ha iniziato a esplorare il sistema di Saturno nel 2004, e solo un anno dopo ha osservato per la prima volta i getti che si staccano dalla superficie di Encelado. Questi getti sono composti da acqua ghiacciata e particelle organiche e si trovano in spaccature della superficie.
«Il fatto che i getti siano così sensibili ai cambiamenti di stress su Encelado suggerisce che possano avere origine in un grande corpo di acqua liquida», spiega Christophe Sotin del JPL della NASA a Pasadena, California. «L'acqua liquida è stata la chiave dell'evoluzione della vita sulla Terra, quindi queste scoperte stimolano la voglia di sapere se la vita esiste ovunque ci sia acqua».
Si sapeva già che i getti di Encelado non sono costanti, ma finora nessuno era riuscito a tracciare un ciclo preciso dell'intensità di questi getti. A riuscirci è stato il team di ricercatori guidato da Hedman, che, analizzando i dati raccolti dallo strumento VIMS a bordo di Cassini per un lungo periodo di tempo, è riuscito a dipingere un quadro preciso che spiega tutte le variazioni di intensità osservate finora.
Lo strumento VIMS ha raccolto negli ultimi sette anni oltre 200 immagini dei geyser di Encelado, permettendo ai ricercatori di costruire un quadro della situazione molto dettaglio.
I dati mostrano che i geyser si spengono quasi del tutto nel momento di massima vicinanza a Saturno. Allontanandosi dal pianeta, si riaccendono gradualmente, raggiungendo una luminosità 3-4 volte maggiore rispetto al punto di massima vicinanza.
Aggiungendo i dati della luminosità ai precedenti modelli dell'influenza di Saturno su Encelado, i ricercatori hanno potuto confermare i loro sospetti: la maggiore attrazione gravitazionale di Saturno schiaccia il satellite, chiudendo i buchi dei geyser; allontanandosi dal pianeta, la superficie di Encelado si può «rilassare» e stendere, aprendo di nuovo i buchi dei geyser.
«La visita di Cassini a Saturno ci ha mostrato quanto attivi e caleidoscopici il pianeta, i suoi anelli e le sue lune siano in realtà», spiega Linda Spilker, sempre del JPL. «Abbiamo fatto molta strada dal Saturno apparentemente tranquillo che Galileo spiò per la prima volta attraverso il suo telescopio».

Fonte
NASA 2013-237

© immagini
NASA/JPL/Space Science Institute/Caltech/University of Arizona/Cornell/SSI
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