Kepler scopre il primo pianeta potenzialmente abitabile

NASA/Ames/JPL-Caltech
Era destino che il cacciatore catturasse la preda, e infatti il telescopio spaziale americano Kepler non si è dimostrato da meno. In realtà, Kepler, il cacciatore di esopianeti, ne aveva già «catturati» più di mille, ma nessuno dei lontani pianeti da lui scoperti si erano rivelati potenzialmente abitabili – fino ad ora. Per stabilire se un pianeta può ospitare vita, gli astronomi determinano, tramite un'equazione matematica neanche troppo complessa, la fascia di abitabilità della sua stella. Essa è una regione, lontana dalla stella madre ma non troppo, che presenta condizioni favorevoli all'insediamento di vita. Certo, la vita non si può sviluppare ovunque: c'è bisogno dunque di un pianeta (o meglio, esopianeta) in questa fascia, in modo che le forme di vita abbiano un ambiente dove svilupparsi. Finora nessun esopianeta scoperto era rientrato in questa fascia, nota anche come «zona di Goldilocks» o Cintura Verde. Ma ora qualcosa è cambiato.
Questa vera e propria rivoluzione nell'esobiologia porta il nome di Kepler–22b, un pianeta ancora di composizione incerta che orbita attorno ad una stella molto simile al nostro Sole. Ma le similitudini non finiscono qui: Kepler–22b è il più piccolo pianeta mai scoperto finora: è appena 2.4 volte il raggio della Terra.
E' un passo avanti importantissimo, una pietra miliare storica nella ricerca di pianeti simili alla Terra attorno ad altre stelle. Recentemente, con la scoperta di altri 1000 esopianeti sempre da parte di Kepler, altri due pianeti di modeste dimensioni erano stati scoperti ai limiti della zona abitabile, dove le condizioni sono simili a quelle marziane e venusiane.
«Questa è un importante pietra miliare sulla strada della scoperta del gemello della Terra» ha commentato Douglas Hudgins, program scientist di Kepler alla sede della Nasa di Washington. «I risultati di Kepler continuano a dimostrare l'importanza delle missioni scientifiche della Nasa, le quali ambiscono a rispondere ad alcune delle più grandi domande sul nostro posto nell'Universo».
Ci sono vari modi per scoprire nuovi esopianeti: dall'interferometria spaziale alla (più rara) osservazione diretta, i metodi sono anche assai diversi fra loro. Kepler, al contrario, misura eventuali diminuzioni nella luce emessa da una stella: questo fenomeno potrebbe significare che un esopianeta è appena passato davanti al disco della stella, oscurandone in parte la superficie e limitando quindi la quantità di luce che arriverà agli occhi di Kepler. Kepler ha analizzato svariate centinaia di migliaia di stelle, ma vi servono almeno tre transiti per confermare la presenza del pianeta.
«La fortuna ci ha sorriso quando abbiamo rilevato questo pianeta» ha detto William Borucki, principal investigator all'Ames Research Center ubicato a Moffett Field, in california. Borucki ha guidato il team che ha scoperto Kepler–22b. «Il primo transito è stato rilevato appena tre giorni dopo il nostro annuncio che la sonda era pronta con le operazioni. Abbiamo assistito al fatidico terzo transito nelle vacanze estive del 2010».
I candidati individuati da Kepler vengono poi osservati anche da osservatorii terrestri e dal telescopio spaziale americano Spitzer. «Kepler analizza solamente una determinata porzione di cielo, compresa fra le costellazioni Cigno e Lira, che può essere vista dai telescopi terrestri solamente all'inizio dell'Autunno» ha commentato Michele Johnson, autore dell'articolo al riguardo comparso sul sito della Nasa il 5 dicembre 2011. In realtà, nei cieli italiani queste due costellazioni possono essere osservate anche in piena estate e sono tra le più suggestive di questa stagione (con le luminosissime stelle Vega e Deneb).
NASA/Ames/JPL-Caltech
Kepler–22b dista da noi 600 anni luce, ed orbita una stella (nota, appunto, come Kepler–22) della stessa classe del nostro Sole (tipo–G), anche se leggermente più piccola e fredda. Il pianeta orbita la sua stella madre in soli 290 giorni.
A Febbraio 2011 l'équipe di scienziati della Nasa aveva presentato una lista di 54 esopianeti candidati ubicati nella zona abitabile della loro stella, ma finora Kepler–22b è stato l'unico ad essere confermato, mentre cinque sono stati definitivamente eliminati. Questa pietra miliare sarà pubblicata nella prossima edizione dell'Astrophysical Journal.
Dal Maggio 2009 Kepler ha scoperto migliaia di pianeti: precisamente, 2326. Di questi, ben 1094 sono appena stati scoperti, causando dunque un aumento dell'89%, e saranno i protagonisti della conferenza stampa che si concluderà il 9 Dicembre all'Ames. Di questi 2326 esopianeti, 207 hanno dimensioni terrestri, 680 sono super–Terre, 1181 sono grandi circa quanto Nettuno, 203 hanno dimensioni paragonabili a Giove e 55 sono maggiori del gigante gassoso. Ma il numero di pianeti simili alla Terra è aumentato esponenzialmente negli ultimi mesi: da Febbraio, infatti, i pianeti con dimensioni terrestri sono aumentati del 200 percento, mentre le super–Terre sono aumentate del 140 percento.
«La crescita tremenda nel numero di candidati a pianeti terrestri ci dice che ci stiamo concentrando sui pianeti per i quali Kepler era stato disegnato: non solo simili alla Terra, ma anche potenzialmente abitabili» ha commentato Natalie Batalha della San Jose State University a San Jose, in California.
Un piccolo passo per Kepler, un gigantesco balzo per la ricerca di vita aliena.
Fonte: NASA.gov
Kepler scopre il primo pianeta potenzialmente abitabile Kepler scopre il primo pianeta potenzialmente abitabile Reviewed by Pietro Capuozzo on 7.12.11 Rating: 5
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