Kepler scopre i primi esopianeti con dimensioni simili alla Terra

An artist's concept of Kepler-20e
Kepler–20e secondo il punto di vista di un artista (© immagine NASA/Ames/JPL-Caltech)
Segnatevi questi nomi: Kepler–20e e Kepler–20f. Perché? Semplice: sono i primi esopianeti confermati che hanno dimensioni paragonabili a quelle della Terra e che orbitano attorno ad una stella simile al nostro Sole. Purtroppo non vi troveremo mai nessuna forma di vita, perché orbitano vicinissimi attorno alla propria stella, al di fuori della fascia abitabile del loro sistema planetario. In compenso, in quanto sono i più piccoli esopianeti mai confermati, segnano un bel passo avanti nell'esobiologia (o xenobiologia, ossia la branca dell'astronomia che studia l'abitabilità degli esopianeti) e una importante pietra miliare nella scienza in generale.
I due pianeti dovrebbero molto probabilmente essere rocciosi, secondo il comunicato stampa divulgato dalla Nasa proprio qualche ora fa. Kepler–20e è leggermente più piccolo di Venere – il pianeta più caldo del nostro sistema solare – e possiede un raggio pari a circa l'87% di quello terrestre. Kepler–20f ha un raggio invece lievemente maggiore, pari a circa 1.03 raggi terrestri.
Un altro fattore che rappresenta un considerevole passo in avanti è il fatto che questi due esopianeti appartengono allo stesso sistema planetario, composto anche da altri tre esopianeti. Il sistema planetario della stella Kepler–20 è ubicato ad approssimativamente 300 parsec (ossia mille anni luce) dalla Terra e, dal nostro punto di vista, è situato nella costellazione della Lira, famosa per la sua luminosissima stella principale, Vega, visibile nell'emisfero boreale solamente in estate e in autunno.
An artist's concept of Kepler-20f
Kepler–20f in una rappresentazione artistica (© immagine NASA/Ames/JPL-Caltech)
I due pianeti sono stati identificati dalla missione spaziale americana Kepler, che monitora oltre 150 mila stelle attorno alle costellazioni della Lira e del Cigno, in cerca di possibili cali nella luminosità degli astri, dovuti al passaggio di un eventuale esopianeta che ne oscura parte del disco luminoso. Dopo almeno tre transiti, il team può 'promuovere' l'esopianeta da candidato a confermato. Per confermare un esopianeta si usano anche le osservazioni effettuate da telescopi terrestri, e a volte – come in questo caso – si ricorre all'utilizzo di un determinato software (Blender) che è capace di eliminare o confermare l'ipotesi di un possibile fenomeno astrofisico che, agli osservatori terrestri, può apparire come il transito di un esopianeta.
Le pietre miliari in questo campo scientifico si susseguono con frequenza quasi mensile: poco tempo fa era stato infatti scoperto il primo esopianeta che rientra nella 'Cintura Verde', o fascia abitabile, della propria stella, la distanza giusta che permette di avere temperature miti, acqua ghiacciata e molto altro. Kepler–20e ed f sarebbero perfetti esopianeti potenzialmente abitabili se orbitassero la propria stella ad una distanza leggermente maggiore. Eppure, trovare un pianeta perfetto è molto difficile: l'esopianeta medio è infatti un gigante gassoso bollente, con condizioni decisamente sfavorevoli all'insediamento di forme di vita, ma ogni giorno siamo sempre più vicini a scoprire il gemello della Terra.
«Nel gioco del nascondino cosmico, trovare pianeti con la giusta misura e la perfetta temperatura sembra solo questione di tempo» ha commentato Natalie Batalha, deputy science team lead di Kepler e professore di astronomia e fisica alla San Jose State University.
«L'obiettivo principale della missione Kepler è trovare pianeti con dimensioni simili a quelle terrestri nella zona abitabile» ha commentato Francois Fressin dello Harvard–Smithsonian Center for Astrophysics a Cambridge, nel Massachusetts. «La scoperta dimostra per la prima volta che pianeti simili alla Terra per dimensioni esistono attorno ad altre stelle, e che siamo in grado di rilevarli».
This chart compares the first Earth-size planets found around a sun-like star to planets in our own solar system, Earth and Venus.
Confronto fra le dimensioni di Kepler-20e, Venere, la Terra e Kepler-20f (© immagine NASA/Ames/JPL-Caltech) 
Il pianeta 'e' orbita Kepler–20 in soli 6.1 giorni, mentre 'f' completa una rivoluzione attorno alla propria stella in 19.6 giorni. Da questi periodi orbitali molto ristretti, possiamo farci un quadro generale ben definito di questi esopianeti: mondi inospitali e bollenti, con temperature che vanno dai 420 (Kepler–20f) ai 760 (Kepler–20e) gradi centigradi, temperature alle quali perfino il vetro si fonderebbe.
Ma questi due esopianeti non sono i più vicini alla propria stella: il primo è infatti Kepler–20b (che completa un'orbita ogni 3.7 giorni), seguito da Kepler–20e, Kepler–20c (10.9 giorni), Kepler20–f e Kepler–20d (77.6 giorni). E' incredibile l'altissima concentrazione di pianeti nelle regioni più interne: tutti e cinque gli esopianeti di questo sistema planetario orbitano infatti più vicini alla propria stella rispetto all'orbita di Mercurio attorno al Sole. Inoltre, sembra che la numerosa famiglia di esopianeti attorno a Kepler–20 sia ben organizzata: partendo dal più vicino all'astro, abbiano un pianeta grande, uno piccolo, uno grande, uno piccolo e, infine, uno grande.
Speriamo che non manchi molto al momento in cui scopriremo un esopianeta simile a questi  leggermente più indietro. E chissà cosa ci scopriremo....
Kepler scopre i primi esopianeti con dimensioni simili alla Terra Kepler scopre i primi esopianeti con dimensioni simili alla Terra Reviewed by Pietro Capuozzo on 20.12.11 Rating: 5
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