Viaggio nelle classificazioni degli asteroidi con Vesta
Era il 29 Marzo dell'anno 1807, quando l'astronomo e medico tedesco Heinrich Wilhelm Olbers riuscì a discernere un esiguo puntino luminoso nel cielo notturno. Appena 5 anni prim aveva scoperto Pallade, uno dei più importanti asteroidi del nostro sistema planetario, e si era già guadagnato rispetto nella comunità scientifica di allora. E proprio quella sera di Marzo di 204 anni fa, avrebbe scoperto Vesta, uno degli asteroidi più grandi e misteriosi.
A giugno, la sonda Dawn esplorerà questo mondo intrigante e avviluppato da numerosi arcani per la prima volta nella storia dell'astronautica e dell'astronomia. Ma, alla vigilia di questo atipico e importantissimo evento, è lecito porsi alcuni interrogati sui quali riflettere a missione completata. E la domanda più diffusa sembra essere: «Vesta è veramente un asteroide?» La domanda è alquanto sibillina e difficile da rispondere.
A giugno, la sonda Dawn esplorerà questo mondo intrigante e avviluppato da numerosi arcani per la prima volta nella storia dell'astronautica e dell'astronomia. Ma, alla vigilia di questo atipico e importantissimo evento, è lecito porsi alcuni interrogati sui quali riflettere a missione completata. E la domanda più diffusa sembra essere: «Vesta è veramente un asteroide?» La domanda è alquanto sibillina e difficile da rispondere.
Per la sua ubicazione, Vesta dovrebbe essere considerato un asteroide: giace infatti nella fitta fascia di asteroidi che separa le orbite di Marte e Giove. Eppure, anche Plutone fa parte di una cintura asteroidale, la Fascia di Kuiper – che è di dimensioni nettamente maggiori –, ma viene comunque considerato un plutoide (della famiglia dei plutini), ossia un pianeta nano trans-nettuniano. Vesta, invece, è un semplice asteroide, eppure il suo diametro è relativamente enorme: 530 chilometri (che resta comunque un numero infinitesimale rispetto ai quasi 2500 chilometri di Plutone).
«Penso che vesta non debba essere considerato un asteroide» asserisce Tom McCord, scienziato dell'équipe che gestisce Dawn. «Non solo Vesta è più grande, ma è un oggetto più evoluto a differenza degli altri vicini». In effetti, Vesta è l'asteroide più evoluto del sistema solare, specialmente per la sua composizione interna. Il materiale radioattivo che lo componeva miliardi di anni fa ha fatto emergere verso l'esterno gli strati più leggeri, lasciando un nucleo ferroso al centro. Questa discrepanza dagli altri asteroidi lo fa assomigliare molto di più ai pianeti del sistema solare interno, ossia Venere, la Terra e Marte (Mercurio costituisce un caso a parte, molto interessante da studiare). Questo millenario processo di stratificazione e formazione delle diverse sezioni geologiche (crosta, mantello e nucleo/i) è noto come differenziazione. E la differenziazione su Vesta è nota dal 1972, quando si scoprì sulla sua superficie la presenza di basalto, una roccia effusiva che ha origini vulcaniche, il che implica un'antecedente fusione del corpo celeste.
C'è chi sostiene che quest'evoluzione termica sia la prova che Vesta debba essere considerato un pianeta nano (le differenze fra queste due classificazioni sono molto crepuscolari e vaghe), mentre altri congetturano che ciò sia dovuto alla posizione «strategica» dell'«asteroide» all'interno del disco protoplanetario nel quale ebbe origine tutto il nostro sistema solare (naturalmente escluso il Sole). Le polveri e i gas interstellari si sarebbero poi agglomerati, seguendo diversi cammini per poi giungere a diverse classificazioni di corpi celesti. Per quanto riguarda i pianeti, il concetto è semplice, sebbene il preciso meccanismo non sia ancora ben chiaro: la materia si attrae gravitazionalmente e si ammassa, dando vita a planetesimi, che si evolveranno successivamente in embrioni planetari e in embrioni planetari. Molto meno chiara è la fase evolutiva dei planetoidi, come asteroidi e pianeti nani.
Vesta ha inoltre gravità sufficiente a renderlo vagamente sferico, comunque molto più simile ad un pianeta degli altri asteroidi. E' ufficialmente classificato come pianeta minore, ma il fatto che ce ne siano oltre 540 mila e che i nuovi corpi celesti più piccoli vengano subito ammassati in questa sorta di sgabuzzino fa sembrare che gli scienziati trascurino le impressionanti caratteristiche di Vesta. I pianeti nani, al contrario, sono solamente cinque: Cerere, Plutone, Haumea, Makemake ed Eris. Vesta è il primo candidato ad entrare in questa categoria, essendo il più grande pianeta minore conosciuto. Inoltre, la sua superficie è una delle più antiche del sistema solare, con pochi e piccoli crateri che la imperversano.
Resta solo da dire che le classificazioni di questi corpi minori sono veramente crepuscolari e inducono alla confusione, sia per il fatto che raggruppano oggetti molto simili tra loro e difficili da osservare, sia perché vi è un coacervo di gruppi: dagli oggetti troiani di Nettuno ai KBO classici, noti anche come Cubewani, passando per i Twotini, gli SDO risonanti e i freddissimi asteroidi del Disco Diffuso.
Viaggio nelle classificazioni degli asteroidi con Vesta
Reviewed by Pietro Capuozzo
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