Un esopianeta attorno a T Cha?
Appena sette milioni di anni fa, nell'imperscrutabile e densa nube che la avviluppava, si accese una sfolgorante luce. Da una nebulosa ricca di metalli, si accendeva la stella T Chamaeleontis, una stella con ben poche discrepanze con il nostro Sole. Tra le poche, vi è appunto l'età (la nostra stella ne possiede ben 5 miliardi). Si accese grazie alla fusione nucleare, che diede anche inizio alla nucleosintesi che, partendo dal semplice idrogeno, ha prodotto elementi sempre più complessi. E così per 7 milioni di anni. Finché, un giorno, gli astronomi sono riusciti a discernervi nelle vicinanze qualcosa.
Innanzitutto specifichiamo che, molto vicini alla stella, giacciono i resti della nebulosa: l'anello più vicino è ubicato a soli 20 milioni di chilometri (poco più di un decimo della distanza Terra-Sole), mentre più lontano, a oltre un miliardo di chilometri (circa 7 unità astronomiche), altre rovine antiche. Presumibilmente (e speriamo che sia così) si tratta di un disco protoplanetario, formato da polveri e gas interstellari. Questi ultimi si agglomereranno, formando innanzitutto planetesimi, poi embrioni planetari e successivamente, con un po' di fortuna, pianeti completamente sviluppati. E sembra proprio un pianeta quello che gli astronomi hanno scoperto.
Innanzitutto specifichiamo che, molto vicini alla stella, giacciono i resti della nebulosa: l'anello più vicino è ubicato a soli 20 milioni di chilometri (poco più di un decimo della distanza Terra-Sole), mentre più lontano, a oltre un miliardo di chilometri (circa 7 unità astronomiche), altre rovine antiche. Presumibilmente (e speriamo che sia così) si tratta di un disco protoplanetario, formato da polveri e gas interstellari. Questi ultimi si agglomereranno, formando innanzitutto planetesimi, poi embrioni planetari e successivamente, con un po' di fortuna, pianeti completamente sviluppati. E sembra proprio un pianeta quello che gli astronomi hanno scoperto.
Ubicato a 350 anni luce da noi, l'ipotetico esopianeta è stato monitorato dal Very Large Telescope (VLT) dell'European Southern Observatory (ESO), un osservatorio che gode di un telescopio di oltre 8 metri situato sulla cima decapitata del Cerro Paranal, vicino alla città cilena di La Silla, a 2600 metri di altezza. Il VLT ha adottato la tecnica dell'interferometria astronomica, molto utilizzata nella radioastronomia, e in più dispone dell'ottica NACO, che elimina le turbolenze atmosferica che, per esempio, fanno lampeggiare le stelle di notte.
Ma l'esopianeta non è stato osservato direttamente. Più che altro, il VLT ha osservato un anello vuoto nel disco protoplanetario: forse la «pulizia» causata da un corpo massiccio. Gli scienziati non hanno comunque escluso che si tratti di una nana bruna (il che renderebbe T Cha un sistema binario), oppure di un'altra stella compagna: tutto resta ancora da scoprire.
Un esopianeta attorno a T Cha?
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
24.3.11
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