E' morta la sonda Stardust dopo 12 anni di scoperte

Alle 7.33 del mattino, ora italiana, di Giovedì 24 Marzo, la sonda spaziale americana Stardust ha inviato gli ultimi dati della sua «vita robotica». La comunicazione è avvenuta quando ormai il motore della sonda era allo stremo delle sue forze, mentre stava emettendo la sua ultima, sfolgorante fiammata. Così termina la vita di una sonda che ha dato il massimo delle sue capacità per ben 12 lunghi anni.
La cometa Tempel 1, visitata da Stardust a Febbraio, probabilmente sarà addolorata. Come dimenticare quella notte di San Valentino passata assieme, solcando il sistema solare ed errando nello spazio. Ne abbiamo parlato tutti. Ne ha parlato la stampa, ne hanno parlato i siti di divulgazione scientifica, e ne ha parlato perfino la gente comune, non necessariamente appassionata all'astronomia. Basta una sola parola per descrivere questo evento, oltre alle immagini diffusissime che effigiano l'evento: «indimenticabile».
«Stardust ci ha insegnato molte cose sul nostro sistema solare, fin da quando fu lanciata nel 1999» ha detto, un po' commosso, il direttore del progetto Stardust, Tim Larson. Lui e la sua équipe hanno lavorato per tutto questo tempo al Jet Propulsion Laboratory ubicato a Pasadena, in California.

Ma gli ultimi momenti di vita della sonda non vanno solo ricordati con commozione da chi li ha vissuti in diretta, ma questi ultimi devono anche studiare questi fatidici attimi molto meticolosamente per capire come progettare al meglio le future missioni con scopi ed obiettivi simili.
La manovra che è stata progettata per quest'occasione è stata quella di far consumare tutta l'energia rimanente ai motori, che intanto continuavano a spedire accurate informazioni a dei computer distanti 312 milioni di chilometri, ossia oltre 811 volte la distanza che separa la Terra dalla Luna. Ora resta solo da controllare se le cose sono andate come gli scienziati avevano vaticinato, perché se ci dovesse essere un errore, allora si dovrebbe cercare una soluzione per prevenire danni alle future sonde, come abbiamo già detto.
«I motori di Stardust hanno bruciato per 146 secondi» ha affermato Allan Cheuvront, del Lockheed Martin Space System di Denver, tra i pochi ad aver assistito alla fine di Stardust (naturalmente, nel caso non si fosse capito, non disponiamo di immagini concrete dell'evento, ma bensì degli ultimi dati sulla  «salute» della sonda, ossia delle tessere con le quali possiamo ricostruire un mosaico dell'eroica fine di Stardust).
Lanciata il 7 Febbraio 1999, Stardust completò la sua prima missione nel Gennaio del 2005. Da quel momento, la sonda ha già lambito l'asteroide Annefrank, ha sorpassato Giove per raccogliere le polveri della coda di una cometa, Wild 2, e, successivamente, ci ha inviato – con successo – una capsula contente le particelle. Dopo questi avvenimenti, la sonda incontrò il 14 Febbraio 2011 la cometa Tempel 1, e ne ricavò dati molto interessanti. Da quest'ultimo evento, la sonda ha percorso ben 21 milioni di chilometri, per un totale – dal momento del lancio fino a ieri – di 5,69 miliardi di chilometri.
«Sembra quasi la fine di uno di quei film western, dove vedi l'eroe cavalcare in direzione del tramonto» ha continuato Larson. «Solo che nello spazio non c'è nessun tramonto».
E' morta la sonda Stardust dopo 12 anni di scoperte E' morta la sonda Stardust dopo 12 anni di scoperte Reviewed by Pietro Capuozzo on 25.3.11 Rating: 5
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