La giovane stella che diventerà la più imponente della Via Lattea

«Diverrà la più immane stella della Via Lattea?». Questo è l'idoneo punto interrogativo su cui vengono tartassati gli astronomi in questi giorni. Di certo, la stella in questione rappresenta un caso abnorme, che si sta rivelando alquanto avverso e astioso per gli scienziati.
È difatti attuale la notizia della scoperta di una stella giovane quanto ciclopica, che potrebbe, in un futuro molto prossimo, essere fregiata e agghindata con la peculiare dicitura di "stella più grande della galassia". La divulgazione della notizia è stata principiata dalla sede dell'ESA, che conferisce la scoperta al portentoso telescopio spaziale Herschel. È ubicata ai lembi di una bolla cosmica dalla mole mastodontica, l'azzurro, dalle tonalità vivaci e le sfumature ceree e caratterizzata da temperature elevatissime. Traspare come una perla nell'infinito rosso siderale.

La macchia balenante, composta perlopiù dall'idrogeno, è stata localizzata nella regione denominata HII. In questa regione prosperano centinaia di stelle giovani, dei primi tipi spettrali. La regione è composta da idrogeno ionizzato dalle stelle stesse, usufruendo di particolari radiazioni, perlopiù raggi UV. In questi agglomerati di stelle, meglio assimilabili come "zone di formazione stellare" o "nebulose", le temperature possono raggiungere i 10.000 °K, mentre alle falde le temperature calano vertiginosamente fino a -173 °C.
Questa ragguardevole escursione termica consente alla nebulosa di espandersi molto celermente, raggiungendo velocità prossime a quelle della luce nello spazio. Perciò, la materia ai confini della nebulosa si rapprende e si raggruma, fenomeno al principio dell'evoluzione stellare, che darà infatti vita a nuovi astri. In queste zone limitrofe ai cigli delle nebulose è stata scoperta la nuova stella, che conta solo qualche migliaio di anni ma possiede già delle dimensioni pari a 10 masse solari. «E intorno - asserisce Annie Zavagno, ricercatrice del laboratorio di astrofisica di Marsiglia – c’è uno spesso velo di materia la cui massa è calcolata in circa duemila masse solari ed è questa che continua ad alimentare l’astro nascente».
Le stelle più grandi che oggi conosciamo - la più grande è VY Canis Majoris - hanno un diametro pari a 1500 - 2000 masse solari, il che vorrebbe dire che la stella presa in accurato esame supererà gli attuali parametri massimi. Le stelle giganti, però, periscono prima poiché esauriscono l'idrogeno e l'elio prima, cosicché il loro nucleo collassa e si evolvono in buchi neri o esplodono in supernove. Ma Herschel continuerà ad indagare per decifrare l'astruso destino della stella.
